L’Aquila. Il vaccino Janssen (Johnson & Johnson) monodose “viene raccomandato, anche alla
luce di quanto definito dalla Commissione tecnico scientifica dell’Aifa, per soggetti di età superiore ai 60 anni. Qualora si determinino specifiche situazioni in cui siano evidenti le condizioni di vantaggio della singola somministrazione ed in assenza di altre opzioni, il vaccino Janssen andrebbe preferenzialmente utilizzato, previo parere del Comitato etico territorialmente competente”. Questo quanto evidenzia il verbale del Comitato tecnico scientifico dell’11 giugno, allegato alla circolare del ministero della Salute di Aggiornamento del parere Cts sui vaccini.
Restano tuttavia “impossibili valutazioni conclusive benefici-rischi”: pur tenendo conto delle analogie esistenti tra il vaccino di AstraZeneca e il vaccino Janssen (J&J), sia per le piattaforme utilizzate che la tipologia di eventi tromboembolici riportati, “lo stato attuale delle conoscenze (che fanno propendere per un rischio associato all’adenovirus), il numero di poco superiore al milione di dosi somministrate nel Paese e la rarità delle segnalazioni di eventi trombotici rari a oggi disponibili, non permettono di trarre valutazioni conclusive rispetto al rapporto beneficio/rischio relativo al vaccino Janssen”. Questo sempre secondo il verbale del Cts, allegato alla circolare di Aggiornamento sui vaccini.
Il vaccino J&J, rileva sempre il Cts, è connotato “dal vantaggio della singola somministrazione, peculiarità che può risultare di particolare beneficio in determinate categorie di popolazione”. Quanto agli eventi di trombosi rare, i dati disponibili presso i Centri per il controllo delle malattie Cdc statunitensi al momento della ripresa della campagna negli Usa riportavano 7 eventi per milione nelle donne di età compresa tra 18 e 49 anni e un tasso di 0,9 per milione di vaccinazioni tra le donne di età pari o superiore a 50 anni. Per le donne dai 50 anni in su e per gli uomini di tutte le età, l’evento avverso, afferma il Cts, “è ancora più raro”. Il Cts rileva inoltre che “l’eventuale evidenza, nel contesto nazionale e internazionale, di fenomeni tromboembolici dopo il vaccino Janssen dovrà essere oggetto di attento e costante monitoraggio attraverso le procedure di farmacosorveglianza e vaccino vigilanza, in maniera tale da offrire, nel breve futuro, la possibilità di formulare più compiuto parere su questo vaccino all’acquisirsi di ulteriori evidenze rispetto all’eventuale incidenza di fenomeni Vitt e all’evolversi della situazione epidemiologica”.