Teramo. Il dipartimento cardio-toraco-vascolare della Asl di Teramo, diretto da Cosimo Napoletano, ha continuato a lavorare a pieno regime nonostante la pandemia garantendo spesso anche cure salvavita ai malatti di Covid-19.
Tanto che grazie alla seconda Ecmo in dotazione all’unità operativa di anestesia e terapia intensiva cardiochirurgica (macchinario per la circolazione extracorporea cardiopolmonare), acquistata grazie a un crowfunding e a una somma aggiuntiva stanziata dalla stessa Asl, sono stati salvati tre pazienti di 29, 42 e 52 anni covid positivi e ricoverati con gravi polmoniti.
Vite salvate che hanno spinto le figlie di una donna di 52 anni, la signora Pina, di Bellante, a scrivere una lettera di ringraziamento alla Asl di Teramo.
“Se siamo qui a raccontare questa storia a lieto fine – hanno scritto Gina e Monica – è solo per il merito dello straordinario lavoro di squadra, professionalità , disponibilità e umanità di medici e infermieri del reparto della rianimazione cariochirurgica”. A illustrare l’attività svolta dal dipartimento il manager della Asl Maurizio Di Giosia e i vari direttori delle unità operative.
“L’anestesia e la rianimazione cardiochirurgica svolgono da anni un ruolo fondamentale all’interno del dipartimento – ha sottolineato Francesco Taraschi, direttore dell’unità operativa – dal punto di vista anestesiologico la nostra attività già solo l’anno scorso considerando anche le restrizioni legate al Covid ha permesso di effettuare 366 interventi di cardiochirurgia e 200 interventi di emodinamica strutturale. Questo è un bel successo. Ma al di là dell’aspetto anestesiologico quello che riveste un ruolo maggiore è la terapia intenstiva post operatoria, che nel corso del tempo ha esteso il suo campo di interesse anche nel trattamento dello scompenso cardiaco, delle insufficienze respiratorie e renali e di tutte le insufficienze correlate a un insufficienza cardiaca. Ogni anno ricoveriamo nella nostra terapia intensiva circa 550 malati in media e abbiamoo una mortalità veramente bassa se confrontata con le altre rianimazioni che è pìù o meno del 6,2%”.


