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Commissione d’inchiesta Bussi: i gruppi consiliari di centrosinistra abruzzesi tirano le somme

Luisiana Di Federico di Luisiana Di Federico
8 Maggio 2021
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Bussi Sul Tirino. Un sabato di discussioni e nuovi punti cruciali sul noto sito della Valle del Tirino. Si è tenuta questa mattina la conferenza stampa indetta dai gruppi consiliari di centrosinistra in Regione Abruzzo, con oggetto: “Prospettive future dopo la Commissione d’inchiesta sul SIN di Bussi”, alla presenza di Luigi Moscone, segretario del circolo PD di Bussi e Pino De Dominicis, consigliere comunale di Bussi sul Tirino.

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“Oggi le forze di centrosinistra in Consiglio regionale sono qui per tirare le somme” scrive il comunicato  piddino  in merito alla conferenza, “dopo la conclusione della Commissione d’inchiesta regionale sul Sito di interesse nazionale di Bussi sul Tirino, per guardare al futuro e per prendere un impegno con l’intera comunità della Provincia di Pescara e di Chieti. Rivendichiamo di aver fortemente voluto l’istituzione di questa Commissione, assieme al Presidente Legnini, come uno dei primi atti di questa consiliatura e siamo qui per presentare un lavoro concluso, un lavoro complesso e corposo che fotografa alcuni degli aspetti del SIN ma, soprattutto, indica delle tracce da seguire, un percorso che è ancora lungo ma che ha anche avuto una forte accelerazione durante i lavori di questa Commissione. La Commissione d’indagine non è una Commissione di merito. Il tempo a disposizione (che per statuto è di 6 mesi), il lungo lasso di tempo trascorso dalla scoperta di queste discariche e la mancanza di veri poteri hanno reso difficile questa indagine, che comunque è arrivata a fotografare bene gli aspetti fondamentali, ed è la prima volta che una Commissione d’inchiesta della nostra Regione chiude i propri lavori con una relazione”.

Il comunicato sottolinea come: “La Commissione d’inchiesta regionale aveva il compito di fotografare tre aspetti, in gran parte colti:

1-  Impedimenti, lentezza e ritardi che hanno impedito la bonifica del SIN di Bussi;
2-  Bonifica e risanamento ambientale volta alla re-industrializzazione dell’area;
3-  Diritto alla salute dei cittadini.

Il Sin di Bussi sul Tirino è un sito di interesse nazionale. Merita ancora l’attenzione e la lente di
ingrandimento puntata per portare a casa dei risultati che l’Abruzzo attende ancora. E’ importante per il
territorio a valle di Bussi, è importante per Bussi, che si è trovata a dare il nome a una delle discariche
abusive più importanti d’Italia e d’Europa, è importante perché l’inquinamento continua ancora.
Sono questi i punti su cui bisognerà ancora lavorare:

  • Esatta riperimetrazione. Rispetto al decreto del 29 maggio 2008 con cui è stata definita la prima perimetrazione.
  • Il 13 maggio p.v. sarà la data dell’udienza con cui il Consiglio di Stato deciderà sul ricorso RTI DEC DEME e Regione. Se il Consiglio di Stato accoglierà il ricorso si procederà con il progetto Goio, che è quello appaltato. Questo vuol dire che la società aggiudicataria dovrà presentare il progetto (e occorrerà del tempo), ma i lavori di bonifica non riguarderanno le aree ex Iprite ed ex Fosgene, che non erano ricomprese nel progetto Goio. Viceversa, se il Consiglio di Stato darà ragione al Ministero, sarà Edison a dover continuare, in forza del principio “chi inquina paga”. In questo caso bisognerà attendere la produzione delle analisi di rischio e esaminare (con attenzione) il progetto di bonifica che verrà presentato. Su questo aspetto raccomandiamo grande attenzione per comprendere che tipo di bonifica verrà presentata e approvata.
  • Accertarsi che i fondi stanziati con la L. 10/2011 vengano riscritti nella competenza del Ministero dell’Ambiente, dopo la scadenza al 30 giugno 2018 della relativa ordinanza.
  • Individuare il soggetto inquinatore per tante aree che ancora restano senza. Questa situazione deve far riflettere sul tempo ancora necessario per avere la bonifica integrale del SIN.
  • Studio epidemiologico. Ad oggi è mancante uno studio epidemiologico sulla salute delle famiglie che hanno usufruito dell’acqua del Pozzi Sant’Angelo. Nel 2015 l’Agenzia sanitaria regionale, con il dottor Mascitelli, ha effettuato uno studio sull’incidenza, nei 10 anni che intercorrono tra il 2004 e il 2013, delle malattie neoplastiche sugli abitanti di Popoli e Bussi, evidenziando una presenza di 66 casi in più dell’atteso dall’AIRTUM (associazione italiana del registro dei tumori). Manca però un relazione scientifica tra i tumori e l’esposizione ambientale. Oggi uno studio epidemiologico serio e condotto su basi scientifiche è quanto mai necessario.
  • I ritardi di ARTA. Questo enorme ritardo richiama la necessità impellente e urgente di potenziare il servizio Arta di Chieti che si occupa delle bonifiche di un SIN e due SIR e che si fonda sul lavoro appassionato e diligente di pochi uomini, insufficienti per il raggiungimento di questi obiettivi.
  • L’area ex Iprite ed ex Fosgene, le aree dove si trovano ora i capannoni, vanno caratterizzate in maniera puntuale e con maglie più strette di quelle praticate da Solvay e vanno apportate velocemente misure di messa in sicurezza e bonifica. Su queste aree, per la prima volta, il Ministero della Difesa ha scritto alla Commissione accertando che furono a servizio del Ministero per la guerra nella seconda guerra mondiale per la produzione di iprite e fosgene. La documentazione dimostra anche la presenza di cunicoli che non sono stati mai sottoposti ad ispezione e rilievi tecnici. All’esito di questi esami, che richiediamo con forza, si dovrà capire con quali modalità bonificare questi ex siti militari. 
  • Va risolta con urgenza, ed è il Ministero che deve farsene carico, la situazione degli immobili sede della ex Montecatini di Piano d’Orta. A Piano d’Orta di Bolognano la questione delle sedi, ora di proprietà di Moligean, prima ha ritardato la partenza della bonifica ed oggi consente la bonifica solo di un primo stralcio. Due ordinanze del Comune di Bolognano sono state impugnate e rigettate. Occorre approfondire con il Ministero la possibilità di eseguire la bonifica mettendo in sicurezza questi immobili”.

Il  segretario del circolo PD di Bussi Luigi Moscone, affermando  come l’attenzione sul tema
Bussi abbia contribuito ad ottenere dei risultati  accelerandone degli altri – per esempio  in merito ad azioni e responsabilità legate agli eventi del Tirino – ha poi sottolineato: “Come gruppi di centrosinistra abbiamo già avanzato la nostra proposta di istituire una nuova Commissione d’inchiesta che possa continuare il lavoro di questa. Come Partito Democratico chiederemo che anche la Commissione bicamerale d’inchiesta che ha esaminato il Sin di Bussi nel 2016 possa aggiornare il proprio lavoro e in Consiglio regionale e sui territori porteremo avanti il lavoro che abbiamo iniziato, per completare in qualche anno ciò che resta da fare e chiudere definitivamente questa ferita”. Le richieste del PD locale verso il tribunale dell’Aquila è  quella “Che possa sciogliersi definitivamente la riserva di ordinanza sulla prescrizione per il risarcimento dei danni. Il Ministero è competente per i danni ambientali (totale stimato € 1.376.954.137), Regione Abruzzo per i danni di immagine (€. 50 Mln.), ma anche i Comuni e gli enti che si sono costituiti parte civile attendono di comprendere se la causa di risarcimento civile contro Edison possa entrare nel merito o se viceversa quella richiesta sia da considerare prescritta. Sono somme importanti per la rigenerazione ambientale e compensativa del nostro territorio e del fiume Pescara. Il Tribunale de L’Aquila si è riservato ordinanza sulla prescrizione a gennaio 2020”.

“Per i bussesi”, ha concluso Moscone, “la forma principale di risarcimento è la bonifica, che aspettiamo e vogliamo fortemente. Auspichiamo che la bonifica comprenda anche le aree ex Iprite ed ex Fosgene, attualmente escluse dal progetto Goio. Attendiamo la sentenza del Consiglio di Stato del prossimo 13 maggio, all’esito della quale capiremo come fare per bonificare anche quelle aree, perché per Bussi e per l’intera Val Pescara è fondamentale che la bonifica sia integrale e non parziale”.

 

 

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