L’Aquila. “L’Amministrazione è al lavoro per correre ai ripari dalle inadempienze di chi l’ha preceduta” è quanto affermato dal Presidente della Poovincia dell’Aquila Antonio De Crescentiis in merito alla richiesta di chiarimenti avanzata dai consiglieri provinciali di minoranza. Sin dal giorno successivo all’insediamento il Presidente rende noto di aver partecipato ad un incontro presso la regione Abruzzo con le associazioni di categoria per affrontare il problema dei danni da cinghiali ed è venuto a conoscenza del fatto che la Provincia dell’Aquila non aveva adottato il piano quinquennale di gestione degli ungulati così come previsto dal regolamento regionale entrato in vigore nel giugno del 2014. “Comprendendo le legittime proteste di coloro che vivono di agricoltura non si comprende come i quattro consiglieri firmatari della richiesta, ben tre di essi componenti della passata amministrazione, abbiano sentito la necessità di intervenire su una vicenda alla quale avrebbero dovuto lavorare già dall’anno 2014 e che forse, con superficialità hanno trascurato”, fa sapere De Crescentiis. “Il citato regolamento regionale prevedeva l’obbligo per le province di adottare il piano quinquennale entro sei mesi dalla sua entrata in vigore e quindi tutto doveva essere già pronto entro dicembre 2014. Inoltre parallelamente all’avvio della stesura del piano quinquennale, questa amministrazione ha, da subito, avviato la redazione di un piano di contenimento della specie dei cinghiali che consentirà l’abbattimento selettivo e che tale piano è allo studio finale. A seguito del necessario parere favorevole dell’ISPRA anche la Provincia dell’Aquila potrà intervenire per limitare i danni alle colture causati dalla fauna selvatica. Questa Amministrazione è al lavoro da sessanta giorni per recuperare le mancanze di chi oggi non fa altro che apparire sulla stampa ad ogni piè sospinto cavalcando qualsiasi malcontento. In cinque anni” conclude De Crescentiis “non hanno affrontato il problema come si sta facendo in questi giorni e oggi provano a scaricare su chi lavora per correre ai ripari. Le associazioni di categoria conoscono la verità ed è bene che la conoscano anche i cittadini non direttamente interessati”.