L’Aquila. Non si arresta la polemica in Abruzzo sul caso dei vaccini ai magistrati e sulle somministrazioni “ad altri” che, nel caso della nostra regione, sarebbero quasi 72mila. Più di 70mila vaccini che sono stati destinati a categorie diverse da quelle fragili o agli over 80, così come da priorità.
Il caso dei magistrati vaccinati risale a fine marzo quando, come raccontato da AbruzzoLive, a Pescara, insieme agli anziani tra i primi a ricevere l’antidoto contro il coronavirus, sarebbero arrivati anche magistrati e cancellieri. A chiedere di inserire tutti gli operatori della Giustizia nella fase due del piano vaccinale nazionale sarebbe stato il presidente della Regione, Marco Marsilio.
E sempre l’Abruzzo è la regione che ha vaccinato più 18enni e 19enni, quasi l’1%. Però è quintultima tra le regioni italiane riguardo agli ultra80enni. Poco più della metà di questi anziani ha ricevuto la prima dose, il 63%. Si va a rilento e per immaginare la vaccinazione completa di 60enni e 70enni (e a questo punto anche di ultra80enni) bisogna guardare a maggio.
A fare luce sulla questione sono state le telecamere di “Agorà” che hanno realizzato un servizio in merito. Lo stesso governatore d’Abruzzo, Marco Marsilio, avrebbe risposto che alla base delle vaccinazioni rivolte ai magistrati ci sarebbe stato “un errore della Asl che non è stato più commesso”.
E chi ha ricevuto il vaccino in quota “altro”? “Nell’altro”, precisa Marsilio sulle altro tema, “sono state inserite tutta una serie di categorie, come ad esempio il personale lavorante, manutenzioni, uscieri, amministrativi di front office presso le strutture sanitarie pubbliche o private, ivi compresi tirocinanti Oss e infermieri o gli specializzandi”.
E sulla domanda se sul sito della Regione c’è la possibilità di scaricare tutte le voci che il presidente ha illustrato al giornalista, Marsilio risponde: “no, credo di no, non credo sia particolarmente necessario. Che lei mi sta dicendo ‘perché sono così tanti gli altri?’ e io le rispondo ‘che è colpa mia?’. Noi non alimentiamo una piattaforma alternativa, usiamo quella dello Stato”.
Ecco il video: