L’Aquila. Lo sguardo unico della letteratura sulla tragedia del Fascismo. Il 53esimo incontro della rubrica di Michele Fina “Un libro, il dialogo, la politica” è stato incentrato sul libro “M. L’uomo della provvidenza” (Bompiani) di Antonio Scurati, secondo romanzo e sinora ultimo uscito della tetralogia su Benito Mussolini. Ospite oltre all’autore il dirigente politico Gianni Cuperlo. La puntata che ha festeggiato un anno dall’avvio della rubrica è stata dedicata a Leone Ginzburg, nato il 4 aprile del 1909 ad Odessa e confinato dal fascismo con Natalia Ginzburg e la famiglia a Pizzoli. Fina per presentare il libro di Scurati ha citato Francesco Piccolo che “l’ha definito quello più importante del nostro tempo. È un giudizio significativo perché in genere gli scrittori non sono così generosi con i loro colleghi. È un romanzo della storia poiché ci permette di vedere la storia con la potenza della narrativa”. Cuperlo ha commentato: “È difficile assegnargli un genere: è un’operazione unica, ambiziosa, coraggiosa, pazzesca nel senso che è stata possibile solo grazie a volontà e determinazione molto forti. Viene scandita anno dopo anno la pagina più dolorosa del nostro Novecento, l’operazione non è la storia del Fascismo visto che si tratta di un’opera narrativa: protagonisti che hanno segnato la storia del nostro Paese sono scorti da un lato che prima non era mai stato preso in considerazione. È questo secondo volume la reale epopea del regime, ci mostra i retroscena: emergono la miseria e la modestia di figure che hanno segnato quel pezzo di storia d’Italia”. Scurati ha spiegato che “all’inizio del millennio mi sono reso conto che Mussolini e i fascisti non erano mai stati raccontati dal romanzo e dalla letteratura nella loro umanità e meschinità. La ragione stava nella pregiudiziale antifascista che al giro del millennio era caduta e per questo era giunto il momento di fare i conti attraverso la letteratura con una verità, ovvero che la maggior parte degli italiani è stata fascista. La letteratura come forma di conoscenza ha una sua peculiarità e anche una funzione pedagogica, ci dice che il buon Dio è nei dettagli. Leader come Mussolini e Hitler portarono il messaggio della brutale semplificazione della complessità della vita, ovvero della democrazia, innalzata sul vessillo della violenza. Oggi rivediamo questa tendenza in alcuni leader e politici”.