Sulmona. Continua lo sciame sismico nel bacino di Sulmona. Dopo la scossa di magnitudo 2.8 delle 4.07 del 25 giugno scorso a distanza di poco più di 24 ore, quattro scosse lievi sono state registrate nel bacino di Sulmona, con epicentro Pescocostanzo. Le prime tre scosse sono state avvertite soltanto dagli strumenti dell’Ingv e dello Iaresp, mentre il terremoto registrato alle 14,01 del 26 giugno scorso è stato avvertito dalle persone più sensibili anche a Rivisondoli, Roccaraso e Rocca Pia. Secondo Leonardo Nicolì, direttore del progetto di ricerca Tellus Iaresp, “in Abruzzo c’è una ripresa da diversi mesi che sta interessando in modo particolare il versante Nord del Gran Sasso su tutti e due i lati, e la parte più bassa del Bacino di Sulmona. Il tronco appenninico che va da Navelli a Isernia è l’unico rimasto in silenzio negli ultimi decenni, mentre tutta la zona a Nord (L’Aquila, Norcia, Assisi) e la parte Sud (Basso Molise, Irpinia) ha rilasciato eventi importanti e distruttivi. In ambito geofisico la zona di Sulmona desta una certa preoccupazione”, “E’ importante tenere la situazione sotto controllo” continua il dottor Nicolì “E’ vero che al terremoto che distrusse L’Aquila nel 1703 seguì, nel 1706, quello distruttivo di Sulmona, ma in geologia non esistono i corsi e ricorsi storici”.