Le associazioni e i movimenti che si riconoscono nel coordinamento EmergenzAmbiente Abruzzo 2014 chiedono impegni concreti ai candidati alle prossime elezioni, pochi impegni ma chiari e coraggiosi. Il coordinamento chiede da subito un incontro pubblico a tutti i candidati alla Presidenza della Regione, per presentare le proposte. I sei impegni che seguono sono quelli che le associazioni e i movimenti di EmergenAbruzzo ritengono prioritari sul tema della gestione del territorio. 1) Approvare con deliberazione della Giunta Regionale una formale moratoria al consumo del territorio, con il bando totale alla realizzazione di nuove cave, strade, impianti energetici ed industriali, impianti di risalita ed edificazioni non già programmate, fino all’approvazione di un nuovo Piano Paesistico Regionale, di una nuova Legge Regionale Urbanistica e di un nuovo Piano Cave che assumano come priorità la tutela dell’ambiente, oltre che di una nuova disciplina per la Valutazione di Impatto Ambientale a livello regionale. 2) Opporsi nettamente alla realizzazione del “Piano di sviluppo e valorizzazione dell’area aquilana” (cosiddetto “Piano Letta”) nel Parco Regionale Sirente-Velino ed in quello Nazionale del Gran Sasso, che prevede ingenti investimenti nel settore degli impianti e delle infrastrutture sciistiche, con gravissimi danni all’ambiente del territorio compreso in un Parco Nazionale, un Parco Regionale, due Zone di Protezione Speciale e vari Siti di Importanza Comunitaria. Si tratta di progetti chiaramente insostenibili sul piano ecologico, in grado di produrre non solo danni paesaggistici ed ambientali irreversibili, ma disastrosi anche su quello economico, considerato che la permanenza del manto nevoso alle quote considerate è sempre più breve e la stagione turistica a questa legata è comunque molto ridotta nel tempo. I Comuni di Rocca di Mezzo e Ovindoli stanno approvando proprio in questi mesi le deliberazioni che propongono la sua attuazione all’Ente del Parco Regionale Sirente Velino e il Comune dell’Aquila è all’attacco per spendere gli ingenti fondi, circa 15 milioni di Euro, che saranno dedicati a nuovi scempi ambientali sul Gran Sasso. 3) Lanciare e finanziare un piano di sviluppo alternativo, secondo un modello di sviluppo locale, basato sulla tutela della biodiversità di un territorio straordinario e per molti aspetti unico al mondo. Progetti di questo genere esistono e sono stati finanziati, ma in Abruzzo sono restati per lo più inattuati. Ad esempio, circa dieci anni fa, era stato approvato e finanziato il Programma APE (Appennino Parco d’Europa), che prevedeva una serie d’interventi concreti e dettagliati per il rilancio dell’offerta turistica, del sistema delle aree protette, dei prodotti agricoli ed eno-gastronomici tipici e delle attività artigianali tipiche dell’area appenninica, dalla Toscana alla Calabria. Dei circa 16 milioni di Euro disponibili, ne è stato speso solo uno, in gran parte dalle Regioni Molise e Puglia. La Regione Abruzzo, capofila del Programma, pur avendo approvato decine di validi progetti esecutivi, ha speso solo poche briciole. Un altro programma che si muove nello stesso ambito è quello ideato e finanziato dal Touring Club Italiano nel 2011 per il rilancio dei piccoli centri colpiti dal sisma (Programma VivAbruzzo). Un piano di questo genere potrebbe essere centrato essenzialmente sulle seguenti azioni: conversione in chiave ecologica dei principali complessi turistico-sciistici, con smantellamento e rinaturalizzazione completa degli impianti obsoleti o inattivi, chiusura e rinaturalizzazione della viabilità minore (es.: SS n. 17 bis di Campo Imperatore dal bivio per Fonte Vetica all’Albergo di Campo Imperatore, SP Colle Corneto di Castelli – Rigopiano di Farindola), realizzazione di una rete di percorsi per sci fondo-escursionismo (es.: traversata Assergi – Campo Imperatore – Piano di Voltigno, con punti ristoro e restauro dei rifugi pastorali abbandonati), potenziamento, sistemazione e valorizzazione della rete dei sentieri escursionistici, nonché dei Centri Visita e di quelli di ricerca ecologica a lungo termine;
realizzazione di estesi interventi di risanamento e rinaturalizzazione del territorio, opere diffuse di rinaturalizzazione (aree contaminate, degradate e denudate, cave, rimboschimenti a conifere, ecc.) e di difesa del suolo (aree in dissesto, sponde fluviali, ecc.);
messa in sicurezza delle acque sotterranee che alimentano gli acquedotti, mediante la costruzione di impianti di depurazione al servizio di alberghi, rifugi, campeggi, centri storici e frazioni di media e alta montagna;
organizzazione di percorsi storici, escursionisti e sportivi per incrementare il turismo (Regi Tratturi, Via di Francesco, altri percorsi di trekking, etc.);
sviluppo del trasporto pubblico a svantaggio di quello privato inquinante (riattivazione e potenziamento della ferrovia Terni-Sulmona-Isernia, manutenzione della viabilità secondaria, autolinee dei Parchi, etc.);
recupero dei centri storici dei piccoli insediamenti abitativi.
La realizzazione del piano, oltre a produrre un graduale aumento del valore dei servizi forniti dall’ecosistema, consentirebbe di incrementare notevolmente l’occupazione; il piano potrebbe essere utilmente finanziato con i fondi già stanziati per l’avvio della realizzazione del “Piano di sviluppo e valorizzazione dell’area aquilana” (cosiddetto “Piano Letta”) e con parte dei fondi assegnati all’Abruzzo nell’ambito del Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020 (pari in totale a 432 milioni di Euro). 4) Approvare entro il 2014 il Piano del Parco Naturale Regionale del Sirente-Velino, sbloccare l’approvazione di quello dei Parchi Nazionali d’Abruzzo e del Gran Sasso, istituire le Aree contigue ai tre Parchi Nazionali presenti in Abruzzo. Attuare inoltre, entro lo stesso anno, pienamente il PATOM per la tutela dell’orso bruno marsicano e rafforzare gli Uffici Regionali per la tutela della fauna selvatica. 5) Operare una profonda revisione del Piano Demaniale Marittimo Regionale in corso di approvazione. Il nuovo Piano Demaniale Marittimo Regionale proposto prevede un’ulteriore occupazione privata del demanio pubblico, con aumenti di cubatura sui litorali delle città in base al numero degli abitanti. Gli incrementi partono del 10% per città al di sotto dei 50 mila abitanti, del 20% oltre i 50 mila, fino ad di arrivare al 30% per città oltre i 100 mila abitanti. Se solo si prendesse in considerazione la situazione esistente in città come Pescara o Vasto, dove l’occupazione del demanio è stata molto pesante negli ultimi anni (tanto da compromettere spesso l’accesso e la stessa vista del mare), questo ulteriore incremento si presenterebbe in parte come una sanatoria di edificazioni abusive accertate ma non ancora demolite e per altra parte quale compromissione definitiva in termini naturalistici e ambientali di interi tratti di litorale. Per incrementare il turismo e salvaguardare le coste, anche dal fenomeno dell’erosione, sarebbe invece necessario improntare il futuro Piano Demaniale ad estesi interventi di rinaturalizzazione degli ecosistemi costieri, bloccando le superfetazioni degli stabilimenti balneari che negli anni hanno compromesso gli ecosistemi e il paesaggio, oscurato la vista del mare e impedito il libero accesso alla spiaggia. Occorre ripristinare la naturalità di ampi tratti di costa, oggi occupati da edificazioni abusive, facendo così ripartire le successioni naturali, in grado in pochi decenni di ricostituire spontaneamente i primi cordoni dunali con il ritorno della flora e della fauna, con aumento della biodiversità e della capacità di opporsi all’erosione della costa. 6) Elaborare ed approvare un nuovo Piano Idrografico di bacino regionale, con le seguenti priorità: restituzione a tutti i corsi d’acqua della portata idrica necessaria a mantenere i relativi ecosistemi in buoni condizioni; ripristino delle aree di espansione naturale degli alvei fluviali, potenzialmente ricche di biodiversità e preziose per adattare il territorio ai cambiamenti climatici in atto; azioni concrete di contrasto all’inquinamento; restituzione ai corsi d’acqua del materiale litoide accumulato negli invasi artificiali, per consentire il ripascimento spontaneo e naturale delle spiagge.
Su questi impegni, elaborati dal gruppo di lavoro “Territorio” per conto del coordinamento inter-associativo EmergenzAmbiente Abruzzo 2014 e approvati da tutte le organizzazioni aderenti saranno presto organizzate azioni dimostrative.
Al Coordinamentoaderiscono le seguenti organizzazioni: ABC Chieti, Abruzzo Social Forum, Alternativa Abruzzo, Altura Abruzzo, ARCI provinciale Chieti, Assembleambiente, Club Alpino Italiano Abruzzo, Comitati Cittadini per l’Ambiente Sulmona, Coordinamento Nazionale Alberi e Paesaggio, Costituente per il Parco della Costa Teatina. Comitato Abruzzese Difesa Beni Comuni, Ecoistituto Abruzzo, FAI Abruzzo, Fiera della Domenica, Forum abruzzese dei movimenti dell’acqua, Italia Nostra Abruzzo, LIPU Abruzzo, Marelibero.net, Marevivo, Miladonnambiente, Mountain Wilderness Abruzzo, Pro Natura Abruzzo, Salviamo l’orso, Stazione Ornitologica Abruzzese, Touring Club Italiano, Unione Sindacale di Base Abruzzo, Villablocc Chieti, WWF Abruzzo, Zona 22.