Sulmona. “Esprimiamo grande soddisfazione per la partecipazione alla manifestazione tenutasi oggi innanzi l’Ospedale dell’Annunziata di Sulmona che ha visto l’adesione di Sindaci, Partiti Politici, associazioni, cittadine, cittadini e lavoratrici e lavoratori che con noi rivendicano un Servizio Sanitario Pubblico efficace, efficiente di prossimità vicino ai bisogni del territorio”. Queste le parole dei rappresentanti sindacali Francesco Marrelli, Anthony Pasqualone, Andrea Frasca, Orante Venti e Luigi Antonetti, rispettivamente della Cgil, Fp Cgil, Nidil Cgil, Spi Cgil e Filcams Cgil che oggi sono scesi in piazza, nel rispetto delle misure anticovid, per protestare contro la chiusura del punto nascita di Sulmona.
Tutti i partecipanti, nel riconoscere l’importante lavoro svolto dal personale della Sanità, hanno però protestato contro il senso di abbandono da parte dei vertici della Asl e dalla politica regionale durante tutto il periodo di emergenza sanitaria che ha colpito le nostre comunità.
“Abbandono e disinteresse”, sottolineano nella nota, “che si abbatte sul territorio Peligno Sangrino ormai da più di un decennio e che vede nella paventata chiusura del Punto Nascita di Sulmona uno dei tanti effetti delle scellerate scelte politiche dei tagli lineari. È necessario uscire dalle logiche di bilancio e restituire tramite nuovi investimenti il giusto slancio per la ripresa dei servizi essenziali. È necessaria la riqualificazione dell’ospedale peligno in Dea di I livello affinché ci sia una inversione di tendenza della progressiva compressione dei servizi e, dunque, della diminuzione delle prestazioni sanitarie causata esclusivamente dalla carenza del personale e dall’accorpamento di unità ospedaliere”.
“Ad oggi la politica regionale”, sostengono, “ancora non attua il piano della riorganizzazione della rete ospedaliera, né tantomeno ha avviato il potenziamento della rete di assistenza socio sanitaria territoriale. Chiediamo immediatamente alla Regione Abruzzo ed alla Asl di provvedere alla programmazione dei necessari interventi in termini di personale e strumentazione ed un immediato provvedimento del mantenimento e potenziamento del Punto Nascita, assumendosi, finalmente, la responsabilità di una scelta a tutela della collettività. Chiediamo alla stessa Regione la riqualificazione del nosocomio peligno in ospedale di I livello. Queste sono le priorità per poter riconsegnare la necessaria dignità alle persone che vivono nei nostri territori e che non meritano il protrarsi di una condizione di incertezza riguardo la garanzia delle prestazioni sanitarie”.
“Il miglioramento delle prestazioni sanitarie passa attraverso la riorganizzazione finalizzata al soddisfacimento dei bisogni delle nostre comunità, ed è urgente, pertanto”, chiedono le sigle sindacali, “l’integrazione delle prestazioni ospedaliere e territoriali per la definizione di un sistema socio sanitario oggi carente. Per tale finalità è necessario istituire immediatamente la casa della salute. La politica regionale e locale, anche attraverso il Comitato ristretto dei Sindaci, ha l’onere di ascoltare le proposte del territorio a partire dall’implementazione del personale necessario, del mantenimento del Punto Nascita e della riqualificazione del Nosocomio Peligno in hub di I Livello esercitando il ruolo a loro demandato. Ad oggi siamo in attesa di conoscere le valutazioni del Comitato stesso rispetto alla programmazione sanitaria aziendale, con particolare riguardo agli interventi necessari al rilancio del Sistema Sanitario Pubblico. Il vero rilancio del Sistema Sanitario non può che passare per l’assunzione di personale: è inammissibile che da anni non vengano espletate procedure concorsuali, tale condizione fa si che ormai da troppo tempo alcuni servizi e reparti “chiudono per ferie” nei periodi estivi”.
“Riteniamo assurdo, inoltre, che l’ospedale di Sulmona, così come quello di Castel di Sangro, vedano il passaggio di personale a tempo determinato che sistematicamente viene dirottato in altri luoghi generando ulteriori contrazioni di attività e servizi e, peggiorando, nel contempo, le condizioni di lavoro del personale in servizio; così come è inammissibile che ad oggi in tutto il territorio Peligno sia presente soltanto un primario. Torniamo a ribadire”, continuano, “la necessità di un’immediata inversione di tendenza che riconsegni le dovute tutele in termini di salute anche attraverso un rinnovato protagonismo delle aree interne che, costituendo la parte più consistente dell’intera provincia, deve rappresentare una opportunità di rilancio e di sviluppo. La retorica della narrazione delle aree interne in termini di fragilità e mai di risorsa, non può più essere l’unico atteggiamento della politica verso la parte di maggior impatto sociale e di maggior bellezza del nostro territorio provinciale. E’ necessario che le aree interne escano dallo stato di abbandono a cui sono state condannate e diventino risorsa e patrimonio attraverso la valorizzazione delle specificità locali e attraverso il rafforzamento delle azioni politiche nei settori fondamentali: Lavoro, Sanità, Istruzione, Trasporti ed Ambiente. Basta a proclami e passerelle, basta a divisioni per interessi meramente elettoralistici, e’ necessario ricostruire il senso di appartenenza alla comunità, a partire dai servizi pubblici essenziali. È necessario l’impegno alla difesa degli interessi collettivi e dei beni comuni. Dopo le denunce”, concludono, “ci sono le manifestazioni e dopo le manifestazioni ci sono le azioni democratiche. La situazione è di tale gravità che non c’è più tempo da perdere. Ora servono fatti concreti ed atti di coraggio. Se parliamo di fare il possibile, sono capaci tutti. Il compito della politica è pensare l’impossibile. Solo se pensi l’impossibile hai la misura di quello che puoi cambiare”. (Pietro Ingrao)