L’Aquila. Parole pungenti e hashtag capaci di scatenare l’inferno. Con la dicitura #direzionegrecia ieri è iniziata la campagna social di Casapound, volta a rimarcare la crisi dello Stato europeo iniziata nel 2009 e a criticare aspramente un Mario Draghi all’inizio di un nuovo ruolo politico. A tal proposito è apparso questa mattina a L’Aquila e in diverse località italiane lo striscione “Dal Britannia alla Bce, Draghi liquidatore di Stato”.
Forti le invettive degli esponenti di Casapound che dichiarano come “entra in scena Mario Draghi, l’uomo a cui nel 1992 a bordo del panfilo Britannia fu ordinata la svendita dell’Italia ai grandi finanzieri. Mario Draghi, uomo legato a Goldman Sachs, così come lo è Romano Prodi, capo del governo per ben due volte, e Mario Monti, imposto nel 2011 da Giorgio Napolitano e tuttora senatore a vita con la capacità di essere decisivo nelle decisioni di governo. Mario Draghi, per anni a capo della Bce che lanciò la politica dell’austerity.”
“Ancora una volta – prosegue il comunicato – viene sancita la totale subordinazione della politica italiana a decisioni a cui l’Italia non può prendere parte. Per una questione di cultura politica, perché oramai la sovranità nazionale e l’autonomia decisionale vengono viste come un ostacolo anziché un principio cardine, ma anche per totale incapacità di gestione”. Polemiche sui parlamentari e sul loro operato con farse da “cinepanettone”, così Casapound non frena la sua voce.
Il movimento di destra conclude con tonanti dichiarazioni : “Non ci stupiamo che la troika internazionale si rifiuti di consegnare i miliardi del Recovery Fund e del Mes a una tale classe politica ridicola e grottesca, chiamando e imponendo i suoi ‘professionisti’ a gestire – conclude Casapound- le politiche decise su altri tavolini”.