L’Aquila. “Si dimetta immediatamente”. È quanto chiede il presidente della commissione di Vigilanza del Consiglio provinciale dell’Aquila, Lucia Pandolfi, al governatore Gianni Chiodi in relazione ai recenti sviluppi dell’inchiesta della procura della Repubblica di Pescara su presunti indebiti rimborsi spese da parte di assessori e consiglieri regionali dell’attuale amministrazione di centrodestra. “Il problema – scrive la Pandolfi – è nell’aver utilizzato soldi pubblici, quindi anche miei, per fini assolutamente privati e lei sa molto meglio di me che è un fatto grave, anzi gravissimo”. “È proprio il caso di chiederle di dimettersi immediatamente – scrive ancora nella lettera – ha ritardato ad arte la Consiliatura (creando non modesto danno economico), ha oltraggiato con il suo comportamento gli abruzzesi e gli aquilani in particolare”.
La lettera:
Caro presidente,
ho appreso con vivo stupore, data la sua aria quasi ieratica, della sua “scappatella”.
Ma il problema non è nella scappatella (o almeno non solo in quella); è nell’aver utilizzato soldi pubblici, quindi anche miei, per fini assolutamente privati e lei sa molto meglio di me che è un fatto grave, anzi gravissimo.
Per quanto riguarda il fatto privato dovrebbe mettere a disposizione dell’intera Regione gli atti di scelta della commissione di Parità e ciò a evidente tutela di tutti gli altri soggetti partecipanti ed esclusi.
Per quanto riguarda l’utilizzo di fondi pubblici, io che ho ancora una visione romantica della politica, nonostante la pratichi da circa 35 anni, trovo la vicenda disdicevole.
Non è mio compito anticipare sentenze ma quando sento accanitamente parlare di giustizia a orologeria ritengo che solo una cosa funzioni bene a orologeria: l’atteggiamento di quei politici che, giunti ai primissimi piani, hanno comportamenti non consoni né al loro stato né tantomeno alle loro “tasche”.
È proprio il caso di chiederle di dimettersi immediatamente; ha ritardato ad arte la Consiliatura (creando non modesto danno economico); ha oltraggiato con il suo comportamento gli abruzzesi e gli aquilani in particolare (ne comprende il perché?).
Dovremo ricordarci, guardandola, del vecchio proverbio “chi più zozza la fa diventa priore?”. O forse sarebbe meglio che lei tenga ben a mente l’antico adagio “qui amat periculum in illo peribit”.
Faccia un atto di onestà intellettuale e se ne vada.