L’Aquila. “In Abruzzo la percezione del rischio sismico è aumentata di circa il 15% tra la popolazione . In Italia dopo il rischio ambientale ( 67%) , gli incidenti stradali ( 55%) è il terremoto il rischio maggiormente avvertito dalla popolazione ed esattamente dal 45% degli italiani”. Lo ha affermato Gian Vito Graziano , Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi, ricordando i dati dello studio commissionato alla Doxa dall’Istituto di Ricerca per la Protezione Idrogeologica del CNR . “Gli italiani – ha proseguito Graziano – sentono ormai il problema della difesa dai terremoti, ora che peraltro hanno compreso che ad avere problemi strutturali non sono solo le case dei centri storici, ma persino le scuole e gli ospedali”. Centri storici da salvaguardare, da tutelare, da mettere in sicurezza, perché in zone potenzialmente ad elevato rischio sismico. Non sono solo i borghi, che rendono l’Italia un Paese invidiato all’estero per i suoi 8000 campanili, a dover essere messi in sicurezza, ma persino le scuole. “ Quasi 29.000 edifici scolastici – ha ricordato Graziano – sono in aree potenzialmente ad elevato rischio sismico ed in Italia una scuola su due è senza certificato di agibilità. Sappiamo costruire e sappiamo farlo bene, convertiamo questo nostro know how nella ristrutturazione dei nostri centri storici. Li renderemmo più sicuri, conserveremmo il loro inestimabile patrimonio artistico ed architettonico e non consumeremmo inutilmente ulteriore suolo utile all’agricoltura , ma per aspirare a vivere dentro edifici sicuri, nei quali si dovrebbe poter restare senza dover fuggire anche durante un terremoto, anche per quelli di più forte intensità, occorrono uomini e governi illuminati, che abbiano la volontà e la forza di anteporre la mitigazione dei rischi a qualunque altra esigenza del Paese, di individuare nel territorio un volano di sviluppo economico, di proporre un vero piano antisismico, che passi attraverso quel tanto auspicato, ma mai concretizzato, screening degli immobili, che consentirebbe di valutarne lo stato di salute e quindi il grado di sicurezza”. “In Italia invece non si riesce nemmeno – ha concluso Graziano – ad apportare alcune necessarie correzioni alle Norme tecniche, perché ingessati in pletoriche assemblee dove la tecnica e la scienza sono seconde alle appartenenze. Con umiltà, ma anche con l’autorevolezza del fare, il Consiglio Nazionale dei geologi sta operando su diversi fronti in tema di riduzione del rischio sismico, per la prevenzione parola d’ordine dei geologi, e per dare risposte al Paese. Sta operando senza mai dimenticare la necessità di lavorare sui giovani e sugli studenti, entro cui si è collocata l’istituzione del premio di laurea “AVUS 6 Aprile 2009”, la cui missione è quella dell’informazione e della sensibilizzazione alla prevenzione del rischio sismico attraverso la sua conoscenza. Sono stati i diversi appuntamenti svoltisi nelle università italiane a cogliere prima di tutto l’obiettivo morale di ricordare le giovani vittime del terremoto di L’Aquila ed a farlo in maniera propositiva, incontrando tanti studenti con i quali abbiamo parlato di rischio sismico e dell’importanza della prevenzione nelle varie forme”.