Lanciano. La situazione nell’unità di produzione (Udp) Tua di Lanciano, presso il deposito dell’ex Sangritana, è insostenibile. “Lavori iniziati a ottobre 2019 e mai terminati, lavaggio esterno chiuso da oltre 16 mesi, parte sostanziale del deposito interno interdetto al personale e ai bus, parcheggio esterno al collasso da mesi e al limite della sicurezza nelle manovre, personale officina insufficiente, notevole numero di mezzi posti in fermo tecnico, vetustà dei mezzi a disposizione, assenza di ambienti destinati al personale”: la denuncia viene dalle rappresentanze sindacali Maurizio Di Martino (Filt Cgil), Massimo Masciangelo (Fit Cisl), Antonio La Caprara (Uilt Uil), Antonio Fanaro (Faisa Cisal).
“Dopo una serie di innumerevoli incontri, i primi per annunciare l’inizio dei lavori, gli altri a chiedere collaborazione e tolleranza sulle evoluzioni di un cantiere che ha stravolto la struttura e la vita lavorativa di tutti i lavoratori della sede, mai ci saremmo aspettati che nella scala delle priorità della Tua l’ultimo posto fosse destinato all’interesse del benessere del proprio personale, all’interno delle proprie mura” spiegano i sindacati. “Mai potevamo pensare che in questa azienda potesse venir meno il rispetto e la tutela della dignità dell’uomo, per noi prioritario ancor prima dei diritti dei lavoratori garantiti e tutelati dalla costituzione, dallo statuto dei lavoratori e da tutte le successive fonti”.
“Sembra uno scenario di guerra. Ci siamo rivisti nella terribile situazione accaduta recentemente a Beirut, ma con la differenza che qui si è avuto il tempo di pianificarne gli effetti” affermano. “Mai ci saremmo aspettati che i tanti richiami all’ascolto e di aiuto fossero tutti ignorati. Probabilmente il volerci rapportare solo con i referenti aziendali, rispettando le gerarchie ed evitando di alzare altra polvere, fino ad arrivare a sperare che le due proroghe di fine lavori potessero tornare a darci la possibilità di lavorare come nelle altre Udp – non meglio, ma tendere ad essere sullo stesso piano – ci ha fatto passare alla fine per inefficaci”.
Le organizzazioni sindacali “denunciano per l’ennesima volta il perdurare delle pessime condizioni lavorative presso la Udp (unità di produzione) di Lanciano, che hanno prodotto nel tempo un forte malessere e scoraggiamento tra le maestranze. Ancor peggio, il forte disagio viene accentuato dalla mancanza di un locale di ricovero destinato al personale, in spregio anche a quanto i lavoratori erano riusciti ad acquistare con una vera e propria colletta tra tutto il personale, che ad oggi soggiace tra le rovine. Probabilmente procedere in maniera circostanziata, lavorando su aree con avanzamento lavori per step avrebbe gravato meno su tutta la struttura, istanza proposta tra l’altro nei tavoli sindacali”.
“Ci teniamo a ricordare” continuano “che l’esercizio di questa Udp prende vita dalle 3.50 del mattino fino alle ore 1.00 di notte. Ad aggravare la situazione sono le basse temperature, visto il periodo invernale. Da circa 20 giorni, nel piazzale vi è parcheggiato un modulo abitativo (probabilmente provvisorio) che dovrebbe in parte attenuare i disagi riportati. Inspiegabilmente, però, la presa in consegna del suddetto modulo tarda ad avvenire. Intanto il personale viaggiante è collocato da mesi in un corridoio e senza riscaldamento (l’alternativa sarebbe il piazzale, all’esterno quindi). Inoltre da circa 40 giorni i servizi sono privi di acqua calda e nonostante le nostre rimostranze verbali il problema persiste”.
“È nostra volontà” proseguono le rappresentanze sindacali aziendali “mantenere rapporti di collaborazione con questa direzione, ma se quanto più volte denunciato non troverà celere soluzione, nostro malgrado ci troveremo costretti ad adire agli organi preposti. Non è possibile continuare a celare questi deficit strutturali attraverso ulteriori richieste di tolleranza, collaborazione, pazienza. Anche e soprattutto in questo momento così difficile, che ci prova tutti sia nella vita professionale che in quella privata, vediamo la presenza dell’azienda su questo territorio attraverso le attenzioni sull’aspetto disciplinare, sempre pronte lettere di richiamo se vi dovesse essere un errore; abbiamo assistito anche al licenziamento di un autista, proprio in questi giorni, ove mai vi è stata una tale inadempienza nella garanzia di quelli che, per chi fa il nostro mestiere, sono strumenti di lavoro”.
“L’installazione di un termoscanner all’ingresso, proprio dietro quella porta di ingresso in un apparente ricovero, cozza violentemente contro l’assenza di riscaldamento, acqua calda e quel minimo decoro che ogni umano chiamato ad espletare le proprie mansioni, meriterebbe.
Nostro malgrado, continueremo ad assicurare i servizi alla collettività, che contribuendo al finanziamento dei servizi meritano qualità e garanzia del trasporto, finché riusciremo a poterlo fare. Senza rivendicare aumenti salariali o condizioni di miglior favore, chiediamo solo di poter lavorare in maniera dignitosa pur in presenza di medie lavorative tra le più alte fra le Udp della Tua” concludono.