L’Aquila. Abruzzo in zona arancione, il vice presidente del Consiglio di regione Abruzzo, Domenico Pettinari denuncia il caos generato dal Centrodestra.
“Parola d’ordine caos. Caos nella gestione sanitaria, caos nei contributi a fondo perduto, caos nella gestione delle ordinanze e nei rapporti con il Governo, tanto da spingere i Ministri Boccia e Speranza a inviare una lettera di diffida chiedendo di revocare l’ordinanza regionale, ricordando le gravi responsabilità che potrebbero derivare dalle misure introdotte riguardo alla salute dei cittadini. L’Abruzzo è in balia della smania di consenso di un centrodestra che ormai annaspa sotto gli occhi di tutti. E mentre a parole il Presidente Marsilio chiede rispetto delle norme e collaborazione dal Governo, nei fatti alimenta una guerra istituzionale al sapor di propaganda in cui perdono tutti i cittadini”. Il commento arriva dal vice presidente del Consiglio di regione Abruzzo, Domenico Pettinari.
“I cittadini abruzzesi non sanno se vivono in una Regione a zona rossa o arancione per scelte discutibili di chi agisce reinterpretando a suo piacimento numeri e norme. E mentre il Presidente Marsilio gioca con le ordinanze abbiamo una sanità al collasso in cui si incanalano insuccessi e pressapochismo. Lo dimostra, per esempio, la carenza dei vaccini, il cui approvvigionamento è una competenza esclusivamente regionale. I numeri della domanda e dell’offerta non corrispondono, mi arrivano centinaia di chiamate sia da utenti che da medici di base che non sanno più cosa rispondere ai loro pazienti. Non sanno se i vaccini arriveranno o no, e in che tempi. Una Regione responsabile avrebbe dovuto tutelarsi sul rifornimento e pensare per tempo che la domanda sarebbe stata maggiore in momento di crisi, anche valutando il rischio di intoppi da parte delle case farmaceutiche. Ma se gli ordini arrivano tardi e sono minori rispetto alle esigenze è chiaro che anche un minimo ritardo si trasforma in una catastrofe”.
“E se i medici di base sono in grande difficoltà non va meglio sul fronte del personale ospedaliero che è carente e precario. Nell’Ospedale Covid di Pescara, per esempio, il rapporto tra pazienti e infermieri è ben al di sotto di quello previsto dalle linee guida. Abbiamo 1 infermiere ogni 3-4 pazienti, mentre il rapporto dovrebbe essere 1 a 2. I medici dovrebbero essere 1 ogni 4 pazienti invece viaggiamo sul rapporto di 1 ogni 8-9 pazienti. Una condizione indecorosa soprattutto se si pensa che per la maggior parte parliamo di personale assunto tramite agenzia interinale o cooperative con contratti flash, anche mese per mese. Il personale va stabilizzato per creare forza lavoro di valore e una continuità che garantisca serenità, a chi è chiamato a svolgere ruoli così stressanti in periodo di pandemia, e certezza di essere assistito con competenza, ai pazienti che vivono un momento così drammatico. Gli ospedali con poco personale sono ancora più congestionati a causa del totale abbandono dei presidi, cosiddetti minori, delle aree interne. Nella Asl di Pescara ci sono i nosocomi di Penne e Popoli che non riescono a svolgere la funzione di snellimento del lavoro e anzi, per mancanza di attrezzature, strutture e personale, sono costretti a riversare i loro pazienti sull’Ospedale di Pescara creando un imbuto dal collo sempre più stretto”.
“È da sottolineare”, incalza ancora Pettinari, “che nessuno è esente da colpe: il Covid è arrivato su un sistema sanitario già al collasso. Per anni ho denunciato una gestione miope della sanità e oggi che addirittura abbiamo 200mila prestazioni ambulatoriali sospese tutti dovrebbero porsi delle domande prima di farsi garanti delle risposte. Le visite mediche sospese da riposizionare sono un rischio per l’offerta sanitaria da non sottovalutare, i pazienti che ieri non erano considerati urgenti, oggi potrebbero esserlo e la sanità pubblica ha il dovere di garantire assistenza anche in periodi emergenziali. Ma il caos totale purtroppo non risiede solo sulla sanità. Anche l’economia del nostro territorio è allo stremo. I dati dichiarati sulla stampa dalle associazioni di categoria sono allarmanti. Si parla di 4 mila imprese che hanno ricevuto il sostegno a fondo perduto tanto propagandato dalla Regione, a fronte di 54mila richieste ricevute”.
“Dati che arrivano non dagli uffici ma dalla testimonianza viva di chi quei fondi deve riceverli. I ristori previsti dal Governo sono già nelle tasche dei cittadini, quelli della Regione dove sono? Come mai si sono trovati i soldi per la convenzione con il Napoli calcio, per l’aumento degli stipendi dei direttori della giunta, per nomine e nuove poltrone e poi per i ristori dei cittadini non sembra mai esserci una soluzione? Sono domande che ho più volte posto in Consiglio regionale attraverso interpellanze e interrogazioni e ho sempre ricevuto risposte che però non collimano con le testimonianze dei cittadini. Io mi auguro che da domani il Presidente Marsilio e la sua Giunta capiscano quali sono le reali priorità per l’Abruzzo, perché fino ad ora sembra che lo scontro istituzionale con il Governo e le logiche partitiche abbiano preso il sopravvento, e mi auguro che ci sia finalmente un cambio di rotta verso la tutela dell’Abruzzo e di chi lo abita. Altrimenti è il caso che si lasci il posto a chi ha le giuste priorità”, conclude.