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La Chiesa di Onna non è pronta, tedeschi irritati dai ritardi della ricostruzione

Redazione Centrale di Redazione Centrale
25 Maggio 2015
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Onna. La chiesa parrocchiale di Onna dedicata a San Pietro Apostolo è stata ricostruita grazie ai fondi della Repubblica federale di Germania. Ma una serie di intoppi burocratici, tipici italiani ed inconcepibili per i tedsechi, sta ritardando l’inaugurazione prevista entro la primavera. chiesa-s.eufemiaOggi invece, se tutto andrà bene, si parla della fine dell’estate o addirittura autunno inoltrato. Un servizio su “La7 cronache” curato da Flavia Filippi ha messo in evidenza le questioni che stanno rallentando la fine dei lavori e tutto quello che ne consegue in termini di sistemazione degli arredi sacri e riposizionamento delle opere d’arte in corso di restauro. Nel servizio si parla persino della difficoltà ad avere l’allaccio del gas metano che permetterebbe di riscaldare gli ambienti e rendere possibile il lavoro sugli stucchi che ha bisogno della temperatura adatta. Il nocciolo sta in una lettera, mostrata su La7, che risale al 9 ottobre dello scorso anno. Nella missiva, a firma dell’allora direttore regionale dei Beni culturali Francesco Scoppola, inviata a Regione, Provincia, Comune e ufficio speciale per la ricostruzione si chiedevano due cose. La prima era la messa in sicurezza di via dei Martiri, la principale via di accesso alla chiesa che ancora oggi è in gran parte zona rossa. Inoltre veniva evidenziata una questione che doveva essere affrontata forse già nel 2009 e cioè che la chiesa è stata ricostruita ma tutt’intorno ci sono macerie e desolazione. La richiesta di Scoppola, rivolta evidentemente a Comune e ufficio speciale era di fare in modo che in occasione della inaugurazione della chiesa “si possa annunciare il finanziamento di interventi di edilizia civile nella frazione e in particolare intorno alla chiesa parrocchiale per un graduale recupero del centro storico”. Invece nel cronoprogramma del Comune l’area intorno alla chiesa era prevista come l’ultima in cui aprire i cantieri. A gennaio dopo alcuni “oscuri” riconteggi è stato deciso che gli aggregati intorno all’edificio sacro saranno i secondi ad essere finanziati, il che significa almeno altri 3-4 anni di attesa. Insomma quello che poteva diventare un esempio di ricostruzione virtuosa è finito nel solito pastrocchio. E la Germania non ha gradito affatto.

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