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Coronavirus, la denuncia di Biondi: mprese e aziende del territorio escluse da Dl ristori

Giulia Antenucci di Giulia Antenucci
24 Novembre 2020
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L’Aquila. “C’è una fetta di imprenditori e aziende che, a causa di un tecnicismo burocratico normativo, è tagliato fuori dal sistema di indennizzi promossi sino ad ora dal governo, sia con il decreto rilancio sia con il decreto ristori bis. Una situazione che all’Aquila e nei comuni del cratere 2009 è resa ancora più complessa dai processi di ricostruzione in atto e che ho portato all’attenzione del presidente del Consiglio dei ministri, Giuseppe Conte, del ministro dell’Economia e delle finanze, Roberto Gualtieri, e del ministero dello Sviluppo economico”.

Lo denuncia il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ricordando che “le somme erogate dall’esecutivo nazionale per sostenere le attività produttive in crisi a causa del coronavirus sono legate alla perdita percentuale di fatturato mettendo a paragone i mesi di marzo e aprile 2019 con i mesi di marzo e aprile 2020. L’unica eccezione prevista nei due decreti è concessa ai titolari di partita iva aperta dopo il 31 dicembre 2018 a cui è riconosciuto un rimborso forfettario, perché l’attività potrebbe essere partita successivamente al periodo preso in esame”.

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“Questa agevolazione, però”, spiega il primo cittadino, “esclude numerosi soggetti registrati prima del 31 dicembre 2018. Anche questi, di fatto, diventati operativi successivamente al bimestre marzo-aprile 2019: la data di apertura della partita iva, infatti, spesso non coincide con l’effettivo inizio dell’attività e di conseguenza con il primo giorno in cui si iniziano ad avere ricavi, come nel caso di quelle ricomprese, post 31 dicembre 2018. Una fattispecie che, in città e nel territorio, coinvolge diversi professionisti e titolari di attività commerciali che, a causa di ritardi negli allacci delle utenze piuttosto che nella riconsegna dei lavori da parte delle ditte o per i lavori dei sottoservizi, adesso si ritrovano in un limbo amministrativo, costretti a rimanere chiusi e senza la possibilità di poter accedere a fondi per compensare, almeno in parte, le perdite”.

“Con una lettera inviata al premier”, conclude Biondi, “al ministro dell’Economia e al Mise ho chiesto di tenere in considerazione questa specificità, legata essenzialmente alle aree colpite dal sisma 2009, al fine di prevedere, auspicabilmente nella legge di conversione del decreto ristori-ter, o in previsione del decreto ristori-quater, una norma che consenta ai titolari di partita iva del cratere 2009, attualmente esclusi dai rimborsi per la diminuzione di fatturato, di prendere a riferimento altri periodi temporali rispetto a quelli previsti dalle disposizioni attuali, vista la specificità rappresentata da questo territorio”.

 

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