L’Aquila. “L’evento pandemico ha messo a dura prova il virtuoso modello rappresentato dalle Residenze sanitarie assistenziali che, pur nella loro qualità di strutture a carattere sanitario ma non ospedaliero, sin dagli anni’80 hanno rappresentato un vero e proprio sostegno al sistema sanitario ospitando persone anziane anche non autosufficienti, così contribuendo alla riduzione dei ricoveri inappropriati”.
“Nel primo periodo di pandemia l’effetto sorpresa l’ha fatta da padrona causando un numero di decessi di difficile calcolo, ma anche innanzi alla nuova fase, che si avvia con un preoccupante aumento di focolai in tutto il Paese, Abruzzo incluso, la risposta appare ugualmente inefficace: in diverse strutture abruzzesi, “Don Orione” di Avezzano, “Antoniano” di Lanciano, “Villa Serena” di Città Sant’Angelo, sono stati registrati numerosi casi con elevati indici di contagiosità. Numerose le criticità rilevate: dalla mancanza di dispositivi di protezione individuale alla impossibilità o ritardo nella esecuzione dei tamponi, dalla carenza o inadeguatezza del personale alla difficoltà di isolamento in loco, ma anche sistema ospedaliero saturo e carenza di farmaci oltre che di adeguata informazione. Appare evidente la necessità di riscrivere l’intera normativa ormai obsoleta che disciplina le RSA al fine di ottenere una migliore organizzazione dell’assistenza territoriale ed un più efficace collegamento ospedale-territorio”.
“Nel mentre, oltre a ridurre ed evitare nei periodi di maggiore rischio ingressi e visite, sarebbe stato utile riflettere su possibili interventi di prevenzione e di implementazione dei controlli, con l’aiuto, altresì, delle somme finanziate dal Governo anche con l’ultimo Decreto Rilancio. In tale contesto Meritocrazia Italia Abruzzo, sulla evidenza che le Rsa rappresentano una effettiva sponda al problema del sovraffollamento degli ospedali e dunque un valore aggiunto nell’ambito dell’offerta di salute territoriale, propone effettuazione e periodica ripetizione di tamponi molecolari “a tappeto” e relativi contacttracing per tutte le persone che ruotano intorno alle realtà ospitanti; aumento e adeguamento della sicurezza di operatori e ospiti attraverso indicazioni specifiche e corsi di aggiornamento sul rischio pandemico; stabilizzazione del personale addetto con riduzione del part-time in favore del tempo pieno in modo da ridurre le occasioni di contatto del personale con ospiti e/o con sedi diverse; individuazione del personale di riserva per sostituzione degli operatori posti in quarantena e formalizzazione degli incarichi in previsione dell’emergenza; limitazione a parenti e visitatori nelle strutture di ospitalità e lungo degenza, residenze sanitarie assistite, hospice, strutture riabilitative e strutture residenziali per anziani autosufficienti, eliminando ogni discrezionalità in materia di accessi da parte della direzione sanitaria della struttura (art. 1 lett. dd del DPCM del 3/11/2020); limitazione delle uscite degli ospiti ai soli casi sanitari ritenuti di vitale importanza e in tal caso, obbligo di quarantena pre rientro; redazione di protocolli e regolamenti interni in ogni realtà, sia essa di natura pubblica, privata o mista, coerentemente con quanto previsto a livello nazionale; riesame periodico delle motivazioni di ricovero al fine di favorire, ove possibile e nel periodo di piena emergenza, il ricorso all’attivazione di servizi di assistenza domiciliare o il supporto assistenziale in centri diurni del territorio; attivazione di nuove strutture anche sperimentali di ospitalità per la presa in carico di persone fragili (es. case famiglia, case dell’amicizia, case comunità o della salute) al fine di ridurre il numero dei ricoveri nelle strutture già in difficoltà; implementazione delle risorse per la presa in carico ed il monitoraggio delle persone fragili che permangono nelle proprie abitazioni anche mediante un rafforzamento della collaborazione tra famiglie, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, servizi sociali comunali e organizzazioni di volontariato regolarmente iscritte nei Registri Regionali; potenziamento delle attività ricreative ed occupazionali individuali e/o in piccoli gruppi o, in alternativa, nella modalità on line, per evitare regressioni cognitive o ulteriore isolamento degli ospiti; individuazione del personale dedicato all’accompagnamento degli ospiti nella comunicazione virtuale in modo tale da favorire incontri a distanza periodici con i propri cari; predisposizione di adeguati spazi per facilitare l’incontro in presenza ma in totale sicurezza tra ospiti e persone esterne”.
“È necessario evitare il peggio: bisogna attivarsi concretamente nell’immediato e puntare sulla prevenzione anche in vista della già ipotizzata e temuta terza ondata di contagi in modo che nessuno venga lasciato solo. Il diritto alle cure sanitarie è garantito dall’art. 32 della nostra Costituzione: Meritocrazia Italia Abruzzo auspica che venga reso effettivo in uno con quanto disposto dal DLg.vo 502/92 che all’art. 14 ribadisce il diritto al rispetto delle libertà e dignità della persona, la personalizzazione e umanizzazione dell’assistenza all’interno delle Rsa”.