“Nelle prossime ore dobbiamo aspettarci che in base al flusso dei dati che provengono dalle Regioni, con un’accurata analisi di quei dati con i parametri stabiliti dal ministero, alcune Regioni possano determinare un innalzamento del loro livello di guardia”. Lo ha detto a Timeline, su Sky TG24, il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri.
“Questo avverrà sulla base dei dati, ed è vero anche il contrario: non per questa settimana, ma trascorsi altri dieci giorni, cioè dopo le due settimane canoniche da quando è stato cambiato il colore alle Regioni, se delle Regioni dovessero mostrare un miglioramento nell’andamento dei dati, considerando tutti i parametri, potrebbero retrocedere in senso positivo ad un colore più leggero e quindi a un rischio minore. Ho proposto da sempre di rendere trasparenti i numeri sul Covid e addirittura di associarli al Cap, non per Regione e tantomeno per provincia. Non c’è cosa più semplice. Vi è una discrepanza sul flusso dei dati che vengono raccolti dall’Iss e dalla protezione civile. Laddove il virus corre di più, è ovvio che ci sono più difficoltà di raccolta, e soprattutto di far coincidere questi dati. Serve una maggiore accuratezza delle Regioni nella trasmissione dei dati. Serve uno sforzo maggiore, e soprattutto una semplificazione per adattare a livello territoriale questi dati. Il codice di avviamento postale sarebbe la cosa in assoluto più semplice”
“Diverse Regioni hanno approntato protocolli per i medici di medicina territoriale, Agenas sta lavorando a un protocollo che verrà distribuito. È stata fatta una commissione che sta lavorando, e credo che a brevissimo vi sarà non solo un protocollo condiviso, ma anche l’appropriatezza di linee
guida per i ricoveri”
“Non c’è carenza di tamponi, c’è un sovraccarico nella diagnostica dopo che si fa il tampone, nelle persone che devono processarlo. Arcuri ha già ordinato 13 milioni di test antigenici e un milione li ha già consegnati. In più si è attrezzato per di ulteriori 100mila tamponi al giorno, rispetto ai 200mila
al giorno che in media oggi vengono fatti. La capacità diagnostica esiste, quello che è davvero in sovraccarico sono le risorse umane che devono processare il tampone: in alcune circostanze, lo dico per esperienza personale, lavorano 24 ore al giorno”.