L’Aquila. “L’intero Paese e la nostra Regione sono chiamati a fronteggiare una pandemia che richiede la massima attenzione da parte degli organismi istituzionali ma anche da tutti noi. Ogni cittadino ha l’obbligo morale di fronteggiare questo periodo così complesso rispettando le indicazioni. Il distanziamento, l’uso della mascherina e le recenti misure adottate dal Governo ci fanno sperare che la curva dei contagi si possa invertire”. E’ quanto scrivono le associazioni Autismo Abruzzo onlus e Agave per un futuro diverso. “Occorre però anche fare altro. Alcune famiglie della nostra regione”, proseguono,” ci segnalano iniziative e bandi emanati da singoli comuni per attività socio sanitarie, dedicate in modo specifico ad interventi per il “dopo di noi” o comunque a sostegno delle famiglie che hanno necessità di un supporto per la gestione quotidiana del familiare con disabilità. Ancora una volta corriamo il rischio di perdere una occasione: quella di pianificare interventi sul territorio in grado di valorizzare le migliori esperienze sul campo”.
“Lo scorso anno, in analoghe situazioni, alcuni utenti con disabilità grave ai quali è stato riconosciuto un contributo dal Comune dell’Aquila hanno rischiato la “deportazione” sulla costa! In pratica, secondo i funzionari del Comune, data l’inesistenza nel territorio aquilano di strutture accreditate per servizi residenziali, l’unico modo per sfruttare il contributo erogato sarebbe stato quello di trasferire il beneficiario sulla costa, costringendolo così per mesi a lasciare ogni legame e attività in essere nella sua città. In altre parole, un’azione licenziata per migliorare la condizione di vita della persona con disabilità si trasforma invece in una pesante limitazione”.
“Quest’anno”, proseguono le associazioni,” si rischia di ripetere il clamoroso errore. Occorre che finalmente la Regione Abruzzo e i Comuni adottino una modalità integrativa e coinvolgano le migliori esperienze locali in grado di offrire un valido servizio, proposto sulla base delle singole capacità e competenze. A L’Aquila esistono diversi esempi virtuosi e da questi si potrebbe finalmente avviare quel percorso sperimentale che vede nella effettiva armonizzazione socio-sanitaria il campo migliore di sperimentazione. Associazioni già coinvolte quotidianamente nell’erogazione di servizi di assistenza, Comuni in grado di mettere a disposizione strutture e appartamenti e fondi specifici, potranno dare il via a quel progetto descritto anche nello “storico” protocollo d’intesa “Durante e dopo di noi”, siglato tra Comune dell’Aquila e ASL 01 nell’aprile 2017. Protocollo che di fatto anticipava e suggeriva com forza il coinvolgimento delle realtà locali con proposte di interventi calati sul territorio, con la conseguente valorizzazione di ciò che esiste già. Auspichiamo che la Regione Abruzzo intervenga presto in tale direzione onde evitare, ancora una volta, la perdita dei contributi o peggio, l’invio di persone con disabilità verso una sorta di dolce detenzione”, concludono le associazioni.