Chieti. Sono 19, di cui sei minorenni, gli indagati in concorso tra loro per tentato omicidio, furto aggravato, minaccia e lesioni personali, in riferimento all’aggressione avvenuta nello scorso 12 luglio a Vasto Marina ai danni danni di tre giovani di Montesilvano.
I carabinieri della Compagnia di Vasto hanno eseguito perquisizioni e sequestri a carico degli indagati su disposizione della Procura della Repubblica di Vasto e di quella presso il Tribunale per i Minorenni di L’Aquila. Alcuni degli indagati sono già noti alle forze dell’ordine e sono sospettati di aver innescato e preso parte ad altri episodi analoghi avvenuti la scorsa estate sul litorale vastese. I tre ragazzi di Montesilvano, giunti a Vasto Marina per trascorrere la serata, furono aggrediti ripetutamente dal branco per futili motivi. In particolare uno degli aggrediti veniva colpito con calci e schiaffi, colpi dati con un casco rubato da un motorino parcheggiato nei pressi e poi colpito alle spalle da un’arma da punta che gli ha provocato “contusioni polmonari bilaterali, trauma cranico minore, infrazioni delle ossa nasali, frattura della scapola sinistra e infrazione della parete superiore orbita sinistra”, lesioni giudicate guaribili in 40 giorni dai sanitari del Pronto Soccorso di Pescara, ospedale dove il ferito era stato portato con urgenza dai suoi amici.
Nel corso delle indagini i carabinieri hanno prima ascoltato le testimonianze di persone informate sui fatti, per poi analizzare il sistema di videosorveglianza pubblica e privata, oltre al traffico storico dei cellulari in uso agli indagati, individuando le persone dopo avere analizzato alcune chat intercorse sulle principali piattaforme social. Le lesioni subite dal giovane sono risultate, da una ricostruzione preliminare, compatibili con il rischio di morte, considerata la zona colpita e il tempo trascorso tra l’aggressione e l’accettazione in Pronto Soccorso. Le attività di perquisizione eseguite hanno consentito il sequestro di 21 telefoni cellulari che saranno sottoposti a verifiche per scoprire conversazioni, commenti, post o altro materiale utile alla prosecuzione delle indagini. Durante le perquisizioni si è proceduto all’arresto in flagranza di reato per detenzione di stupefacenti nei confronti di un maggiorenne e di un minorenne, posti ai domiciliari a disposizione dell’autorità giudiziaria.