
“Siamo ormai di fronte ad uno sfruttamento sistematico ed inaccettabile di prestazioni, competenze, professionalità”, sottolinea il pentastellato, “uno sfruttamento rimasto purtroppo incontrastato. E tutto questo in palese contrasto con i principi di proporzionalità della quantità e qualità del lavoro, fissati dall’art. 36 della Costituzione, nonche’ del diritto fondamentale del lavoratore ad un’esistenza libera e dignitosa”.
“Per questo ho appena depositato in Senato un disegno di legge di un solo articolo e tre commi per tentare di estirpare alla radice il vergognoso fenomeno. Il primo comma – spiega- stabilisce che per i giornalisti professionisti e/o pubblicisti, collaboratori di testate cartacee, televisive e online, che scrivono, per una singola testata o per un gruppo editoriale, un numero superiore ai 30 articoli mensili, si applichino i trattamenti normativi ed economici previsti nel contratto nazionale di lavoro per il giornalista praticante. Il secondo, per i giornalisti e pubblicisti che, saltuariamente, scrivono per una singola testata o per un singolo gruppo editoriale”, conclude il senatore dei 5 stelle, “stabilisce un compenso non inferiore ai 40 euro lordi ad articolo per un numero di articoli inferiore ai 30 mensili”.