Scafa. Le bande hanno accompagnato la vita civile e religiosa delle comunità abruzzesi in cortei, eventi, cerimonie e celebrazioni.
La banda musicale di Pescina, diretta dal maestro Vincenzo Ferrara, si esibì a Scafa (rientrante nel territorio della provincia di Chieti nel 1913) sul finire di agosto, con alcuni cavalli di battaglia: La Vedova Allegra, tratta dall’operetta del 1905 di Franz Lehár, (Lehar debuttò in Italia nel 1907) trascritta per banda, e il Mefistofele di Arrigo Boito (1842-1918).
A fornirci questi dettagli, è un anonimo mittente con una cartolina illustrata, che riporta la data del 24 agosto 1913 e una veduta del paese con lo sfondo della Majella.
La cartolina fu spedita da Scafa e arrivò a Roma il giorno seguente: una grande velocità, dovuta principalmente alla vicinanza della località pescarese alla linea ferroviaria Pescara-Sulmona-Roma.
Il testo della cartolina è descritto brevemente; in poche righe sono condensati la bellezza, i colori e i sapori dei momenti di festa della comunità.
“Il programma delle grandiose feste”, più di cento anni fa con tutta probabilità, in onore di San Rocco e della Madonna del Carmelo, è così riportato:
• Vedova Allegra
• Mefistofele
• Banda di Pescina
• Porchetta
• Gelato amato dalle feste campagnole a quelle cittadine.
Ancor oggi il 16 luglio viene officiata una solenne messa nella chiesa parrocchiale di Scafa intitolata alla Beata Vergine del Carmelo e l’ultima domenica di agosto, in onore della patrona del paese, la sua statua viene portata in processione per le vie cittadine.
La banda di Pescina è una delle più antiche d’Abruzzo (1801); sul finire dell’Ottocento ottenne l’appellativo di “Leonessa d’Abruzzo”, con successi ottenuti in diverse località italiane. Agli inizi del Novecento intraprese tournée all’estero con applauditi successi.
Nel 1912 il maestro Ferrara portò al successo la banda nel concorso svoltosi a Napoli, che vide piazzarsi la formazione abruzzese davanti alla banda di Venezia.
Lo stesso concerto marsicano è tra le poche formazioni bandistiche abruzzesi che può vantare una certa continuità artistica, ricca di successi dall’Ottocento a tutto il Novecento.
Attraverso il testo della cartolina d’epoca, il lettore di oggi può percepire l’importanza della musica bandistica per le comunità, che andava ad intrecciarsi sempre più con la cultura musicale teatrale.
Fino alla Prima guerra mondiale era presente un gran numero di formazioni in molti paesi abruzzesi. Successivamente, intorno agli anni Venti, ci fu una ripresa importante dell’attività artistica musicale in tutta Italia.
Le bande riempivano di note le piazze e i cieli d’Abruzzo.