L’Aquila. “L’uccisore dell’orso di Pettorano sul Gizio la cui sentenza di assoluzione in primo grado aveva creato tanto sdegno nel mondo degli ambiental-animalisti ieri non è stato condannato penalmente per aver commesso il fatto, ma solo perché, essendosi difeso ed aver difeso i propri interessi ed i famigliari, ha comunque arrecato un danno alla società civile, per cui a questo rimborso è stato condannato in sede civile, peraltro con una somma decisamente irrisoria”. Lo afferma l’Associazione italiana wilderness (Aiw), che parla di “vittoria di Pirro”.
“Questo è il vero senso della sentenza, almeno come appare in base alle dichiarazioni giornalistiche e di parte. Si dovrà ora aspettare la pubblicazione della sentenza per capire esattamente cosa abbiano effettivamente deciso i giudici e su quali basi. Perché in questo caso si trattava di stabilire se era o meno legittimo che un cittadino difendendo la propria vita ed i propri interessi, ancorché arrecando un danno indiretto alla collettività (l’uccisione dell’orso) possa godere o meno delle giustificazioni e/o almeno attenuanti (che forse ci sono state, vista la mitezza della pena) perché è per questo danno indiretto che la persona sembra essere stata condannata. Il vero problema del contendere, che fin dall’inizio l’Aiw ha messo in evidenza, è se e quanto sia giusto che un cittadino non tutelato dallo Stato nei suoi interessi, sia poi da ritenersi veramente colpevole qualora provveda da solo a difendersi”.