Nello stesso giorno, la rivista scientifica Lancet pubblica due studi che accendono la speranza, anche se l’invito resta quello alla cautela: il vaccino anti-Covid ChAdOx1, messo a punto dallo Jenner Institute della Oxford University con la collaborazione dell’italiana Irbm, ha indotto una “forte risposta immunitaria” contro il virus SarsCov2 con il quadruplicarsi degli anticorpi nel 95% dei partecipanti alla sperimentazione ad un mese dalla vaccinazione.
Tuttavia, è ancora presto per cantare vittoria, ha avvertito il ministro della Salute Roberto Speranza. “Serve ancora tempo e prudenza. Ma i primi riscontri scientifici sul vaccino dell’università di Oxford, il cui vettore virale è fatto a Pomezia e che verrà infialato ad Anagni, sono incoraggianti.
L’Italia, con Germania, Francia e Olanda -ha commentato-è nel gruppo di testa per questa sperimentazione. Andiamo avanti ad investire sulla ricerca scientifica come chiave per sconfiggere il virus”.
Anche l’Oms parla di “buona notizia” e il premier britannico Boris Johnson ha definito i risultati “molto positivi”: il successo e l’efficacia del vaccino Oxford “non sono ancora garantiti – ha rilevato – ma si tratta di un passo importante nella giusta direzione”. Il vaccino dello Jenner Institute, infatti, ha indotto immunità fino al 56esimo giorno della sperimentazione in corso secondo i risultati preliminari riferiti alla fase 1-2 dei test che ha coinvolto 1.077 adulti sani. In tutti i partecipanti è stata indotta una risposta immunitaria con cellule T, mentre l’ attività neutralizzante contro SarsCov2 è stata evidenziata nel 91% dei partecipanti ad un mese dalla vaccinazione e nel 100% di quelli che hanno ricevuto una seconda dose.
Tuttavia “ulteriori studi – avvertono i ricercatori – sono necessari per confermare se il vaccino protegga effettivamente dal Covid-19” e la fase II-III di sperimentazione è già in corso in Gran Bretagna, Brasile e Sud-Africa e, a breve, negli Usa. Intanto, accordi per il rifornimento di oltre 2 miliardi di dosi di vaccino sono stati già fatti con Gran Bretagna, Usa, India e varie organizzazioni europee, fa sapere l’azienda produttrice AstraZeneca, che ribadisce l’impegno per un “ampio ed equo accesso”.
Risultati altrettanto positivi si sono registrati anche per il vaccino cinese, testato in fase II su oltre 500 soggetti e tecnicamente simile al prototipo di Oxford (entrambi utilizzano degli adenovirus come vettori): è sicuro e ha indotto una risposta immunitaria nel 95% dei partecipanti al trial, misurata fino a un mese dall’immunizzazione. I test di fase III sono in corso.