Pescara. “Workstation per i tamponi acquistata ad aprile dalla Asl di Pescara, ferma già a luglio per il mancato acquisto di reagenti, nel bando tardivo della relativa fornitura è riportato anche lo sconforto del direttore dell’UOC, struttura che avrebbe dovuto effettuare fino a 2.400 tamponi giornalieri con quel macchinario!” riferisce il consigliere regionale PD Antonio Blasioli che sull’argomento ha preparato un’interpellanza all’esecutivo.
Va detto che l’U.O.C. di Virologia e Microbiologia del Presidio Ospedaliero di Pescara è centro di riferimento regionale individuato dalla Regione Abruzzo per la diagnostica virologica dell’infezione causata da Sars- CoV 2 ed è il reparto che ospita la work station, acquistata con Delibera n. 392 del 02/04/2020, costata 120.000 euro ed entrata ufficialmente in attività il 21 maggio scorso. “E’ indispensabile capire perché usciti dall’emergenza non sia cresciuto il numero di tamponi lavorati dall’UOC e perché solo a luglio si sia pubblicato un bando per le forniture dei reagenti che, se fatto per tempo, avrebbe consentito di effettuare una campagna sulla popolazione per capire come procedere” chiede Blasioli. “Con una delibera di maggio, la n. 510, la Asl di Pescara spendeva 550.000 euro per acquistare 20.000 test dalla Open Trons da effettuare, secondo quanto ipotizzato dallo stesso direttore dell’UOC Fazii, a tappeto sul personale e i soggetti più esposti e sulla comunità, “per evitare l’ingolfamento degli ospedali pubblici”, diceva. Non è difficile capire che tale quantità fosse sufficiente per un periodo limitato e per un numero limitato di test.
Il macchinario innovativo, presentato con grande clamore perché capace di testare 2.400 tamponi al giorno, in realtà a quella cifra non ci è mai arrivato, anzi, nonostante il suo impiego, il numero giornaliero dei tamponi dal 21 maggio in poi è salito solo lievemente rispetto al mese precedente. Se infatti nei due mesi precedenti la media era stata di 980 tamponi al giorno, dall’entrata in funzione la media è stata di 995, solo 15 tamponi in più. Parliamo tra l’altro di numeri che comprendono tutti e tre i laboratori abruzzesi incaricati, Asl compresa, che, insieme, giornalmente non hanno fatto nemmeno la metà del numero potenziale vantato dalla sola “Work Station” pescarese”.
Inoltre la Asl ha indetto solo a fine giugno, con la delibera n.782 del 26/06/2020, una procedura a evidenza pubblica sopra soglia comunitaria volta alla conclusione di Accordi Quadro, ai sensi dell’Art. 54 comma 3, del D.Lgs. 50/2016, per la fornitura di sistemi analitici e prodotti per diverse tipologie di esami, destinati all’U.O.C. di Microbiologia e virologia clinica della Asl di Pescara per la gestione dell’emergenza Covid 19. Un atto per i reagenti, ma che autorizza anche una proroga per i fornitori attuali in caso l’iter si fosse concluso oltre la scadenza dei contratti. Proroga poi effettivamente concessa il 30 giugno, con Determina Dirigenziale 263 a firma della Direttrice U.O.C. Approvvigionamento Beni e Servizi, Tiziana Petrella e che durerà fino al 31 dicembre.
“Una premura” incalza Blasioli “sottolineata persino nell’atto che riporta le allarmanti e condivisibili dichiarazioni del Direttore della UOC, contenute nella Delibera 782, che dichiara che “da mercoledì/giovedì (1-2 luglio) non sarò più in grado di eseguire esami. Sono francamente stanco ed amareggiato. Non è possibile che anche in situazioni di emergenza, la burocrazia debba con le sue insulse regole, pensare di essere al centro del potere decisionale! Al centro c’è il paziente, “per la miseria” e, dopo veniamo tutti noi! Da ora in poi si scriverà e basta!”
Ma com’è possibile, ci chiediamo, che dopo aver speso risorse pubbliche per questo macchinario e a fronte di una prevenzione così importante anche per individuare e gestire in tempo nuovi focolai covid, non siano stati fatti più tamponi? Un potenziamento necessario a tutela della comunità, ritenuto tale anche da un’Ordinanza del Presidente della giunta regionale, la n.55/2020. Perché nonostante da maggio sia aumentata la necessità di effettuare un numero più ampio di tamponi anche in virtù delle convenzioni in essere con la casa di cura Villa Serena e di quelle con la Pescara Calcio, stanti le potenzialità della Work Station non è parimenti aumentato il numero di tamponi effettuati? Sembrano domande retoriche, ma sono i dubbi che ci presentano i cittadini, a cui aggiungiamo anche i nostri a fronte anche dello sconforto manifestato dal direttore dell’UOC. Mancavano i reagenti per le varie tipologie di esami? O il personale dell’UOC non era sufficiente a garantire i 2.400 tamponi ipotizzati? E, infine, come ci si regolerà per il futuro?
Certo è che non è possibile perdere tanto tempo e risparmiare risorse sulla prevenzione, quando c’è di mezzo la salute della comunità”.