Martinsicuro. Secondo la Procura distrettuale avrebbero messo su un vasto giro di spaccio lungo la costa teramana. Un’accusa per la quale sette albanesi (di cui tre al momento irreperibili) sono stati raggiunti da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere mentre per un italiano sono stati disposti gli arresti domiciliari. Gli otto devono rispondere tutti del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Nel corso delle indagini, condotte dalla squadra mobile di Teramo, diretta dal vicequestore Roberta Cicchetti, sarebbe emerso un vero sodalizio criminale con a capo un albanese di 36 anni, dedito allo spaccio di cocaina e marijuana e con base logistica a Villa Rosa di Martinsicuro, in una rivendita di autoveicoli che fungeva da copertura e a dare apparente leicita’ al denaro frutto di spaccio.
Accanto al vertice, secondo quanto emerso, c’erano due luogotenenti, sempre albanesi, dediti all’approvvigionamento e allo spaccio dello stupefacente oltre che al reimpiego attraverso operazioni immobiliari in Albania, dei proventi derivanti dall’attività illecita e un italiano di 47 anni che oltre ad avere il ruolo di co-gestore dell’autorivendita ricopriva anche quello di custode dei proventi dell’attività di spaccio e di intermediario sia nella cessione di stupefacenti, che avveniva prevalentemente nei confronti di italiani, sia nell’assistenza legale nei confronti dei componenti del gruppo in caso di arresti o denunce. Gli altri quattro albanesi, rivestivano il ruolo di pusher.