
“Allo stesso tempo”, prosegue,” ritengo necessario che tutte le istituzioni prendano chiaramente posizione sul tema, non solo mediante l’ovvia condanna, ma soprattuto impegnandosi sul campo della cultura e dell’integrazione sociale.
Noi in Parlamento ce ne stiamo occupando con una proposta di legge specifica sul tema che è in discussione nella Commissione competent”.
“Poi c’è la scuola, che è il primo ambiente chiamato a dare una risposta educativa al bullismo omofobo. Non si tratta, infatti, di limitarsi a garantire il diritto all’istruzione in un contesto sicuro e inclusivo, ma anche di educare al rispetto delle studentesse e degli studenti omosessuali e di favorire la creazione di un clima scolastico che supporti la libera espressione dell’identità sessuale di ognuno. In tal senso”, prosegue la deputata,” anche lo sport va considerato come uno strumento eccellente di integrazione, che può divenire fonte e motore di inclusione sociale, come sottolineato dal Consiglio dell’Unione Europea. Va pertanto favorita, anche nel contesto extra-scolastico, ogni attività nell’ambito della quale sia possibile promuovere e tutelare il diritto all’uguaglianza tra ogni persona”.