“Nel nostro Paese fare l’amministratore pubblico è molto rischioso, soprattutto se lo si fa con disciplina ed onore come prevede la nostra Costituzione ed i sindaci sono il terminale più esposto e
sensibile della Repubblica”, ha detto il sindaco di Bari e presidente dell’Anci, Antonio Decaro, intervenendo alla presentazione del rapporto ‘Amministratori sotto tiro’ realizzato da Avviso pubblico.
“Il rapporto rileva la presenza ingombrante dell’Antistato, che non è più solo la criminalità organizzata, ma la corruzione, il disprezzo delle regole che alimentano sentimenti eversivi nei confronti dei valori democratici. Non è un caso se la maggior parte delle intimidazioni sono avvenute ad aprile, mese precedente le elezioni. I sindaci sono gravati da responsabilità forse eccessive per
quanto riguarda la tutela dei principi democratici. Ce ne siamo accorti durante l’emergenza Covid, quando abbiamo scontato il dissenso della cittadinanza anche rispetto allo Stato, alle ingiustizie sociali e alle paure vere o indotte. I cittadini vanno dai sindaci. Grazie ai primi aiuti stanziati dal Governo siamo riusciti a contenere la tensione sociale”.
Decaro ha quindi acceso un faro sulla condizione dei piccoli Comuni. “Io sono sotto scorta da 4 anni, ma spesso ci sono sindaci di piccoli centri minacciati e non lo sa nessuno. In quanti ad un certo punto di dimettono o non si candidano perchè minacciati? Spesso gli amministratori si sentono soli”.
“La parola d’ordine sia velocità. Se le risorse stanziate dal Governo non arriveranno velocemente nelle tasche di lavoratori, imprese e famiglie avremo un’esplosione di rabbia sociale che si ripercuoterà sui sindaci”, ha detto Matteo Ricci sindaco di Pesaro e presidente di Ali (Autonomie
locali italiane). “Durante l’emergenza Covid il sindaco è ancora più il punto di riferimento del
cittadino per qualunque cosa, spesso al di là del proprio ruolo”.