L’Aquila. Tagliati di netto i compensi dei collaboratori del Messaggero Abruzzo: il Sindacato Giornalisti Abruzzesi e l’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo (Odg Abruzzo) si schierano al loro fianco.
“La crisi? La pagano i precari, i senza tutele, quelli che “tanto se non accetti sei fuori e chi ti prende più a fare il giornalista dopo di noi…“. In due parole i più deboli” scrivono in una nota i collaboratori del Messaggero Abruzzo, che “esprimono la loro più profonda incredulità, e il loro totale disaccordo, davanti alla proposta unilaterale – e per questo assolutamente discutibile sotto ogni profilo – arrivata via mail dall’azienda lo scorso 15 giugno. Il testo, in perfetto “burocratese” e senza alcuna firma, annuncia un netto e drastico taglio ai compensi dei collaboratori esterni del giornale”.
“Si passa da queste tre tariffe, “battute >= 900 e fino a 2500 euro 9,00; battute da 2501 fino a 3500 euro 16,00; battute >3500 euro 25,00“, a queste: “battute >=900 e fino a 2500 euro 7,00; battute >2500 e fino a 3500 euro 15,00; battute > 3500 euro 20,00“. Rigaggi e cifre che riguardano l’edizione cartacea regionale, mentre quella nazionale non viene toccata, rimarcando anche da parte dell’azienda una scarsa considerazione dei suoi giornalisti nelle edizioni locali, da sempre rappresentanti preziosi della testata sui territori e punti di riferimento per i lettori” affermano i collaboratori del Messaggero.
“Ah, poi c’è Internet. Il futuro del giornalismo. Il grande mondo in cui Il Messaggero promette di entrare come un carro armato per sbaragliare l’informazione web e social. Lì sì che si lavora e si guadagna da nababbi. Eccole le tariffe: articoli euro 7,00; articoli con video e/o fotogallery euro 9,00. Prima il tariffario prevedeva in più solo l’ipotesi di invio di un video a 5 euro, identici gli altri pagamenti” continuano. “C’è, però, qualcosa che l’azienda forse non ricorda. I collaboratori possono scrivere al massimo 30 pezzi al mese. Lavorando sia sul cartaceo che sul web, basterebbero pochi giorni per raggiungere la soglia dei 30 pezzi mensili. E poi? Chi scrive di nera o di giudiziaria starebbe a casa in attesa del mese successivo per poter ricominciare a star dietro agli eventi? E chi segue quotidianamente una squadra di calcio professionistica? Salterebbe delle partite di campionato o delle conferenze stampa pre o post gara? No, ovviamente. Dovrebbe scrivere, ma gratis…”
“Per capire meglio quanto grave sia la situazione e denunciare concretamente questo inaccettabile ricatto, facciamo un’ipotesi concreta” spiegano i collaboratori del Messaggero. “Quanto si potrebbe guadagnare scrivendo ogni giorno il pezzo più lungo previsto dal tariffario (3500 battute a 20 euro)? Presto detto: il massimo per un collaboratore del Messaggero regionale sarebbe di 600 euro lordi. Qualcuno in via del Tritone sa dirci se è possibile vivere nel 2020 in Italia con 600 euro lorde? Attendiamo risposte. E diciamo anche che i casi di giornalisti “privilegiati”, che potranno riempirsi le tasche con questo lauto stipendio, nelle sedi locali del Messaggero sono molto rari”.
“Ci stanno riducendo alla fame. O forse vogliono solo che molti di noi vadano via. Ma ce lo stanno dicendo nel modo più vigliacco possibile” affermano i collaboratori del Messaggero. “Ringraziamo per l’immediata attenzione la Fnsi, la Clan e il Cdr, ai quali chiediamo di continuare a sostenerci in questa vitale vertenza, anche con l’aiuto della collettività abruzzese e, perché no, dei nostri lettori più fedeli” concludono.
Il consiglio dell’Odg Abruzzo “esprime piena solidarietà e massimo supporto ai collaboratori esterni del Messaggero Abruzzo, che in queste ore sono impegnati in una vertenza sindacale innescata dalla decisione unilaterale dell’azienda di procedere all’ennesimo taglio dei compensi”.
“Ancora una volta” continua l’Odg “vengono scaricati sull’anello più debole della catena, rappresentato da decine di giornalisti precari, senza tutele, senza diritti e dunque perennemente sotto ricatto, i presunti costi della crisi. Riteniamo assolutamente inaccettabile, soprattutto in una fase economica così delicata, che nei prossimi mesi potrebbe mettere a rischio la tenuta sociale del paese, la scelta di colpire lavoratrici e lavoratori che già oggi, senza i nuovi tagli e alla luce delle drastiche riduzioni dei compensi operate a più riprese nel passato, percepiscono stipendi che si collocano ben al di sotto della soglia di sopravvivenza”.
“Le aziende editoriali, come troppo spesso accade, colgono i momenti di difficoltà economica per attuare dolorosissime ristrutturazioni, nell’ambito delle quali i collaboratori esterni, senza diritti e senza voce, sono puntualmente trattati come bancomat. I cali delle vendite dei giornali, fisiologicamente accentuatisi nella recente fase di emergenza epidemiologica, non possono rappresentare l’alibi per attuare ulteriori e insostenibili tagli a spese dei più deboli” prosegue l’Odg.
Il consiglio dell’Ordine dei giornalisti d’Abruzzo “chiede dunque alla proprietà del Messaggero di ritirare, con effetto immediato, il provvedimento di riduzione dei compensi e tiene a ribadire come i collaboratori del giornale rappresentino un patrimonio di inestimabile valore per la qualità dell’intero sistema dell’informazione locale”.


