L’Aquila. Per il settimo sabato di fila le Mascherine Tricolori sono tornate ad affollare le piazze di tutta Italia per chiedere a gran voce le dimissioni del governo Conte. A L’Aquila oltre cento partecipanti si sono radunati in piazza Duomo, reclamando misure concrete per risollevare l’economia nazionale. Tra i punti della protesta ci sono anche gli Stati generali dell’economia, che il movimento ha definito come «l’ennesima truffa senza nessun mandato popolare». «Sono passati più di tre mesi dall’inizio dell’emergenza sanitaria e la nostra pazienza è finita», si legge nel proclama delle Mascherine Tricolori. «L’Italia sta affrontando una crisi economica e sociale senza precedenti, ma il peggio deve ancora arrivare. Fallimenti, povertà, milioni di disoccupati: questo è lo scenario che ci aspetta da qui a pochi mesi. E in tutto questo Giuseppe Conte cosa fa? Continua con le promesse, i falsi annunci, rivendica come un grande risultato il bonus per i monopattini, o i debiti contratti con l’Unione Europea in cambio di riforme lacrime e sangue».
La Mascherine ci tengono anche a rimarcare da chi è composto il movimento: «Siamo lavoratori, imprenditori, disoccupati, commercianti, partite Iva, genitori. Siamo quelli che ancora aspettano la cassa integrazione, gli aiuti, i finanziamenti a fondo perduto. Siamo quelli che non sanno se, come e quando riusciranno a riaprire la propria attività, o se avranno ancora un posto di lavoro. Siamo quelli che vogliono sapere quale sarà il futuro dei nostri figli, che leggono con terrore le dichiarazioni di un ministro incompetente come la Azzolina. Siamo quegli italiani che si sono comportati in maniera esemplare durante l’emergenza sanitaria, ma che nonostante questo vengono ancora multati e spesso additati come untori dal governo».
È a questo punto che le Mascherine Tricolori rendono noti i loro obiettivi: «Noi chiediamo una sanatoria per tutte le multe elevate durante l’emergenza sanitaria, lo stop alle tasse per le imprese per tutto il 2020, soldi a fondo perduto erogati direttamente dallo Stato senza passare per le banche, liquidità immediata per le famiglie e le fasce più deboli della popolazione, un piano di intervento straordinario per salvare il settore del turismo che rischia letteralmente di scomparire, aiuti massicci e regole meno stringenti per bar, ristoranti, palestre e tutte quelle attività che rischiano di chiudere prima ancora di riaprire, un piano per far ripartire veramente la scuola e garantire una formazione».
Insomma, la fiducia nell’esecutivo giallofucsia è ormai a zero: «Non vogliamo più delegare il nostro futuro. Né al governo, né alle task force dei vari Colao, quelli che con la scusa dell’emergenza vogliono limitare ulteriormente il contante per fare un favore alle banche. O che con la scusa della “parità di genere” vogliono imporre l’educazione gender ai nostri figli. Le task force devono togliersi di mezzo, questo governo deve andare a casa, la parola deve tornare al popolo. Non resteremo a guardare mentre questi incompetenti, questi traditori, faranno a pezzi la nostra Nazione. Noi combatteremo per difendere il futuro dell’Italia. A breve “, conclude la nota,” organizzeremo una grande manifestazione nazionale per far sentire ancora più forte la nostra voce».