Rispetto ad un vaccino contro il nuovo coronavirus, in Italia arriverà a fine autunno. Ma il ministro Speranza avverte: “teniamoci pronti per una seconda ondata”.
Secondo quanto riportato dalla Stampa, sulle misure restrittive Speranza lascia pochi margini di allentamento. Il Dpcm che ha sancito le riaperture del 18 maggio scade domenica e il ministro ha annunciato un nuovo decreto che confermerà l’obbligo del distanziamento, delle mascherine nei luoghi chiusi, della quarantena per positivi e casi sospetti e il divieto di assembramenti. “Siamo sulla strada giusta ma il nemico non è vinto”, ha detto Speranza al quotidiano nazionale, “per questo -ha aggiunto- non bisogna abbassare la guardia nel rispetto dei protocolli di sicurezza definiti per la riapertura delle attività produttive e commerciali”. Una gelata per ristoratori, negozianti, balneari e quant’altri che speravano in un allentamento delle linee guida allegate al vecchio Dpcm. Anche sui viaggi da e per paesi extra Schengen Speranza frena. “La mia opinione è che il quadro epidemiologico mondiale non offra sufficienti garanzie per un’apertura senza regole prudenziali già dal 15 giugno. Con il prossimo Dpcm dovremmo decidere eventuali ed ulteriori misure di allentamento”.
Ma se bisogna essere pronti a una possibile seconda ondata epidemica e se è necessario recuperare il milione e passa di prestazioni sanitarie bloccate dal Covid, allora, annuncia Speranza e riporta la Stampa, “serviranno molte altre risorse, provenienti da tutti i livelli”.
Sempre secondo quanto riportato dal quotidiano nazionale, sul fronte vaccini arriva anche la conferma dell’alleanza a quattro, ma la strategia si deciderà domani nel vertice tra i ministri della Salute dell’Ue. Al quale Speranza si presenterà portandosi in tasca l’opzione per quelli della Johnson&Johnson e dell’AstraZeneca, che lo sta sperimentando insieme all’università di Oxford e alla nostra Irbm. “Tra le otto sperimentazioni in corso sono le due più avanzate”, ammette Walter Ricciardi, “ci stiamo organizzando perché il vaccino venga prodotto in Italia e per essere tra i Paesi leader. Se le cose vanno bene, in autunno o al massimo quest’inverno potremmo avere le prime dosi per gli italiani. L’Europa è avanti rispetto agli Stati Uniti”.