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Non solo Covid-19 a Pescara, ecco il bilancio 2018-2019 del reparto di Neurochirurgia

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
25 Maggio 2020
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Pescara. Non solo Covid-19 all’ospedale di Pescara, struttura di riferimento regionale per l’emergenza nonché presidio sanitario principale della provincia del centro Sud Italia maggiormente colpita
dall’emergenza. Anche in piena pandemia le patologie urgenti, soprattutto quelle neurochirurgiche, sono state affrontate e trattate.

A fare il punto della situazione è stata la Asl di Pescara, che ha tracciato un bilancio dell’attività dell’Unità operativa complessa (Uoc) di Neurochirurgia. Sono stati 1.227, cioè quasi due al giorno, nel biennio 2018-2019, gli interventi chirurgici eseguiti avvalendosi di tecnologie e strumentazioni avanzate, al fine di ottimizzare i risultati e ridurre i rischi. A questi si aggiungono l’attività ambulatoriale. Ad illustrare i dati, sono stati il direttore generale facente funzioni della Asl, Antonio Caponetti, il direttore dell’Uoc di Neurochirurgia, Annunziato Mangiola, e quello della Neuroradiologia, Vincenzo Di Egidio.

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Del totale degli interventi eseguito nel biennio 2018-2019, il 28% ha riguardato le patologie del
rachide, il 22% i traumi cranici, il 14% tumori cerebrali, il 12% le emorragie e il 10% patologie liquorali. Nel periodo del lockdown sono stati eseguiti 87 interventi con procedure di urgenza. Anche durante l’emergenza coronavirus, infatti, le attività sono proseguite, soprattutto per quanto riguarda le patologie tempo-dipendenti. Nella fase di incremento dei contagi è stato necessario reindirizzare verso i reparti Covid molte risorse umane, logistiche e tecnologiche e alcuni neurochirurghi hanno prestato la loro opera nei reparti dedicati all’emergenza, continuando comunque a preoccuparsi anche delle attività neurochirurgiche. Tutte le procedure non urgenti e programmabili e in particolare gli interventi per patologie degenerative del rachide hanno subito un significativo decremento e la condizione di lockdown ha inciso positivamente sulla incidenza delle patologie traumatiche, che si sono ridotte di circa il 50%. Nessuna variazione significativa è stata riscontrata per le patologie tumorali ed emorragiche.

Tra le ultime attività c’è quella svolta lo scorso 16 maggio su una bambina di 11 anni, arrivata in coma a causa di una grave emorragia cerebrale, provocata dalla rottura di una malformazione vascolare cerebrale profonda, condizione rarissima in quella fascia di età. Subito intubata e trattata con embolizzazione della malformazione artero-venosa (Mav), è stata poi operata per decomprimere la
raccolta ematica. Due gli interventi, cui hanno collaborato la Neurochirurgia, la Neuroradiologia e la
Rianimazione. La piccola sta molto meglio e oggi tornerà a casa.

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