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Straniera viveva ad Anzio, ma aveva incassato 25mila euro per l’alloggio post terremoto

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
29 Marzo 2015
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L’Aquila. Per molti, questa è solo la punta dell’icerberg. Una donna straniera viveva in provincia di Roma ma ha percepito fondi per l’alloggio post terremoto all’Aquila. Ora è indagata per “indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato” una cinquantenne moldava, L.Z., per aver incassato la somma di circa venticinquemila euro quale “contributo per l’autonoma sistemazione” richiesto affermando, falsamente, che il proprio nucleo familiare era residente in L’Aquila all’epoca del sisma. La straniera, di origine moldava, alla fine del 2009, inoltra al Comune di L’Aquila l’istanza per ottenere il contributo di autonoma sistemazione per il proprio nucleo familiare, composto da lei e dalle due figlie, dichiarando di essere residente stabilmente in questo capoluogo e di essere L'Aquila vicolacciuospitata temporaneamente presso parenti a Roma. L’assegnazione del contributo di autonoma sistemazione ai nuclei familiari secondo la norma spettava a quei soggetti la cui abitazione principale, abituale e continuativa sita nei comuni del circondario, sia stata distrutta in tutto o in parte, ovvero sia stata sgomberata in esecuzione di provvedimenti delle competenti autorità, adottati a seguito dell’evento sismico. Le indagini da parte della Squadra Mobile hanno coinvolto il locale Ufficio Immigrazione e consentivano di accertare che la donna già dal 2006, pur mantenendo la residenza anagrafica in questo capoluogo, di fatto viveva stabilmente ad Anzio e lavorava anche in provincia di Roma e, quindi, non aveva più alcun legame con la città aquilana.
Dagli accertamenti effettuati presso il Comune di L’Aquila, Settore Politiche Sociali e Cultura, emergeva che la donna ha percepito, dal 7 aprile 2009 al febbraio 2013, la somma di 25.343 euro. La donna è stata quindi indagata in stato di libertà ai sensi dell’art. 316 ter del c.p. per aver percepito indebitamente la somma suddetta.
Adesso la Procura della Repubblica valuterà gli elementi probatori e potrebbe anche disporre il sequestro della somma per equivalente.

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