L’Aquila. A far saltare la riapertura dei cantieri era stata in particolare l’ ordinanza del sindaco, Pierluigi Biondi, emanata il 2 maggio scorso, con cui si disponeva l’obbligo per le maestranze a sottoporsi a tamponi e test per evitare che all’Aquila, uno dei territori meno colpiti d’Italia, potesse esserci un picco di
contagi.
Il provvedimento è stato contestato dal Consiglio comunale con un fronte bipartisan, ad eccezione di Fratelli d’Italia, che avrebbero voluto norme più restrittive, e di imprese ed associazioni di categoria, soprattutto forestiere, per le quali la disposizione va contro le indicazioni dei protocolli nazionali che prevedono test su base volontaria. Cicchetti sottolinea anche “la necessità di ristoro attraverso un intervento nazionale per il riconoscimento dei maggiori costi per le imprese nei cantieri della ricostruzione post terremoto, per tamponi, sanificazione, dispositivi sicurezza e altre misure imposte dal coronavirus”.


