L’Aquila. “In questo particolare giorno ci ritorna sempre in mente l’immane lavoro che le mamme e le mogli di tutto il mondo sono chiamate a svolgere pur di crescere ed educare i propri figli. Purtroppo, per raggiungere l’ambito fine, stante la propensione delle donne a voler o dover ricorrere a fonti di reddito extra casalinghi, più passano gli anni e più ci si ritrova a dover fare i conti con tempi sempre più risicati”. Così dichiarano in una nota Franco Migliarini, Segretario Generale Uil PA Abruzzo e Mauro Nardella, componente della Segreteria regionale Uil PA Abruzzo e CST Adriatica Gran Sasso per rendere omaggio alla figura della mamma e ricordare il duro lavoro che ogni donna svolge in ogni famiglia, dedicando anima e corpo nell’educazione e crescita dei propri figli.
“Per ovviare al venir meno di forme di protezione ed educazione per i figli spesso ci si rivolge a situazioni, seppur valide nel loro costrutto, comunque surrogate ( vedasi baby sitter ed asili nido). Realtà che nulla hanno a che fare con il ruolo che la mamma dovrebbe realmente avere nella vita dei propri figli. Le donne, e ancor più le mamme, dovrebbero avere la possibilità di scegliere in assoluta tranquillità quale scelta adottare per raggiungere, in ottimali condizioni, l’obiettivo consocetario. Non deve esserci”, spiegano,” nessuna preclusione nei confronti di chi decide di scegliere il doppio ruolo di mamma e donna in carriera ma, nel contempo, dovrebbe essere permesso, a chi si vuole dedicare anima e corpo al ruolo nobile di mamma casalinga, di poterlo fare su una solida base economica. L’idea di mettere su un reddito per le casalinghe, meglio se mamma, non deve essere campata in aria ma deve poter rientrare nella logica delle cose che lo Stato dovrebbe assicurare”.
“Cosi facendo la libertà di poter vivere l’esperienza di donna e mamma votata alla casa, appoggiandosi sullo zoccolo duro del reddito assicurato, non solo renderebbe la donna maggiormente svincolata dalle dipendenze dei mariti ma assicurerebbe stabilità economica ai nuclei familiari giacché farebbe venir meno la preoccupazione di un eventuale perdita del lavoro del padre di turno. Fermo restando che il libero arbitrio nella scelta da adottare non deve assolutamente mancare, riconoscere il molteplice ruolo della donna nello scenario del nido familiare offrendole l’opportunità di decidere se dedicarsi alle faccende di casa o spendendosi su entrambe le cose, in una condizione di assoluta indipendenza dal marito o convivente che sia, dovrebbe quindi quanto meno esserle consentito. Se vogliamo”, concludono,” un cambiamento epocale in un periodo ove non si fa che non parlare d’altro non sarebbe male partire da quella che non è sbagliato affermare essere la culla della civiltà: il libero ruolo della donna nelle famiglie”.