L’Aquila. Come garantire i servizi di riabilitazione, quando gli ambulatori sono chiusi? Per mettere in contatto paziente e terapeuta, entra in gioco la tecnologia: il percorso di riabilitazione continua da remoto.
A causa dell’emergenza Coronavirus, infatti, molti pazienti affetti da disabilità fisica e psicologica, soprattutto bambini, non hanno più potuto recarsi in ambulatorio per la riabilitazione. Sarebbe stato impensabile interrompere bruscamente i loro percorsi, così l’azienda sanitaria è corsa ai ripari: per garantire a tutti questo servizio essenziale, ha attivato un protocollo sperimentale di teleriabilitazione. Ce ne ha parlato il dottor Antonello Bernardi, responsabile dell’unità operativa di riabilitazione dell’area aquilana, afferente all’Asl Avezzano Sulmona L’Aquila.
“La teleriabilitazione è stata implementata subito, a partire dagli inizi di marzo: era indispensabile mantenere il contatto con pazienti e famiglie” spiega il dottor Bernardi. “Adesso, i logopedisti e gli psicomotricisti offrono sostegno ai pazienti da remoto, tramite videochiamata. Contiamo di ripartire dal 18 maggio con i servizi di fisioterapia in presenza”.
“Con la teleriabilitazione abbiamo ottenuto buoni risultati rispetto alle nostre aspettative” continua Bernardi. “I risultati sono dimostrati da dati concreti: nel percorso riabilitativo, infatti, si fornisce una valutazione iniziale e finale che attesta il miglioramento del paziente. Abbiamo ricevuto un feedback positivo da pazienti e famiglie, nei quali abbiamo riscontrato una buona disponibilità e omogeneità di distribuzione. Siamo riusciti a fornire loro supporto in maniera equa e soddisfacente. Tuttavia, la teleriabilitazione va utilizzata solo in situazioni di emergenza come questa, non potrà sostituire del tutto la riabilitazione in ambulatorio”.
“Ci tengo a sottolineare” conclude il dottor Bernardi “che il personale tutto ha svolto un ottimo lavoro, con massimo sforzo e professionalità. Il successo di quest’esperimento è merito loro”.


