L’Aquila. Stamattina si è svolta la conferenza stampa del centrosinistra in Regione Abruzzo per illustrare la risoluzione presentata in consiglio regionale e sottoscritta dai Consiglieri Blasioli, Paolucci, Pepe, Mariani, Pietrucci e Di Benedetto, avente ad oggetto: “Misure economiche e sanitarie a sostegno dei Comuni della zona rossa regionale”.
Erano presenti i consiglieri del PD Silvio Paolucci (capogruppo), Antonio Blasioli e Dino Pepe; e in rappresentanza delle zone rossa Andrea Vecchiotti del circolo PD di Penne e Vincenzo D’Ercole sindaco di Castiglione Messer Raimondo
“A seguito dell’emergenza Covid che ci ha travolto, anche in Abruzzo, con una serie di ordinanze del Presidente della Regione, sono state istituite le cosiddette zone rosse” hanno dichiarato gli intervenuti. “Dapprima nei comuni di Castilenti, Arsita, Bisenti, Castiglione Messer Raimondo in Provincia di Teramo e di Elice in Provincia di Pescara. Con successiva ordinanza del presidente della Regione del 25 marzo 2020, sulla base delle valutazioni della Asl di Pescara, la “zona rossa” è stata tardivamente allargata ai comuni di Penne, Civitella Casanova, Montebello di Bertona, Farindola, Picciano, tutti in Provincia di Pescara, poi allargata anche alla Contrada “Caldari” del comune di Ortona.
Durante il periodo di vigenza dei provvedimenti di “zona rossa”, nonostante le intenzioni esternate a mezzo stampa dal Presidente Marsilio, fatta esclusione per Contrada Caldari di Ortona, non sono stati messi a punto o effettuati screening epidemiologici nelle popolazioni coinvolte dalle misure e quindi ad oggi non si ha un quadro chiaro della diffusione del virus all’interno di queste comunità. Inoltre, sono stati pubblicamente denunciati dalle istituzioni locali, e in particolari dai Sindaci, numerosi casi di ritardo nell’elaborazione dei tamponi effettuati ai cittadini. Tutto ciò aggrava l’indisponibilità di dati su cui si sono basate le decisioni di revoca dei provvedimenti di istituzione della “zona rossa”. Le misure restrittive adottate hanno avuto una ricaduta pesante sui territori coinvolti, per i quali non sono state previste forme di sostegno economico, per cui chiediamo con questa risoluzione di non perdere anche l’occasione di aiutare questi Comuni a ripartire da un punto di vista economico.
Con il documento presentato, che nasce da una interlocuzione propositiva con gli amministratori dell’area vestina, della Val Fino e di Caldari di Ortona, chiediamo che la Regione si faccia carico di predisporre un progetto complessivo e unitario per aiutare economicamente questi Comuni e i suoi cittadini e non interventi singoli e a spot. In particolare, con la risoluzione impegniamo la giunta a garantire ai comuni ex zona rossa il ristoro delle somme esborsate per le misure di contenimento durante la vigenza dei provvedimenti di “zona rossa”. Sono piccoli comuni, delle aree interne e montane, alcuni dei quali hanno subito i due terremoti e la nevicata del 2017 e che ora hanno subito questi provvedimenti restrittivi che hanno comportato per le casse comunali spese per la sanificazione del territorio comunale, l’acquisto di dpi da fornire, a titolo esemplificativo, alle organizzazioni di volontariato, medici di medicina generale, dipendenti comunali e piccoli commercianti, aumento dei costi di smaltimento rifiuti prodotti dai nuclei familiari in cui erano presenti casi di positività al coronavirus o in quarantena preventiva, sbarramenti stradali per l’esecuzione delle misure prescritte dall’ordinanza regionale, al netto delle somme percepite da parte della Protezione Civile nazionale e comunque per intero e con priorità rispetto a eventuali rimborsi concessi agli altri Comuni abruzzesi. Se non si aiuteranno questi comuni difficilmente eviteranno il default.
Inoltre, chiediamo di prevedere risorse per le piccole medie imprese aventi sede nei comuni della “zona rossa” per garantire un sostegno a fondo perduto non inferiore a euro 3000 a quelle che ne facciano richiesta, al fine di consentire la liquidità necessaria per la ripartenza, in aggiunta ad altre misure eventualmente previste dalla regione, dal Governo o da altri enti di categoria.
Riteniamo necessario, poi, istituire un adeguato stanziamento di bilancio per il finanziamento di un sostegno economico a fondo perduto pari a euro 1000/mese per i mesi di marzo, aprile e maggio 2020, da destinare alle partite iva residenti nelle zone rosse regionali che ne facciano richiesta e a predisporre un fondo per destinare 500 euro per nucleo familiare residenti nei comuni della “zona rossa”.
Siamo anche convinti della necessità di estendere l’analisi epidemiologica a tutti i comuni della “zona rossa” o in alternativa a effettuare test sierologici per conoscere la diffusione del contagio nella popolazione locale.
Nelle risoluzione chiediamo anche di intensificare il coordinamento con il Governo nazionale affinché eventuali misure a sostegno delle zone rosse regionali siano differenziate e calibrate sulle realtà locali; prevedere, nell’ambito di eventuali misure di sostegno regionale per la popolazione, o il sistema produttivo, di cui alla proposta di legge regionale 118, meccanismi premiali o di tutela riservata per quelle residenti o aventi sede nelle zone rosse; creare un fondo rotativo per l’erogazione di mutui privi di tasso d’interesse per le imprese agricole della “zona rossa”.
In ultimo chiediamo per l’area vestina di definire una programmazione sanitaria, tuttora mancante per la nostra Regione, che specifichi ruoli e funzioni del presidio ospedaliero “San Massimo” di Penne, che ha svolto un ruolo importante e centrale per la zona rossa vestina e non solo, nella prospettiva dell’attivazione del “Covid Hospital” presso l’edificio ex Ivap dell’ospedale di Pescara e più in generale all’interno della riorganizzazione regionale della rete ospedaliera, determinandone la qualifica di “ospedale di base” con pronto soccorso”.