L’Aquila. Anche i bambini “si infettano e sulla reale contagiosità del virus SarsCov2 in età pediatrica non abbiamo evidenze robuste”. Il presidente della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale, Giuseppe Di Mauro, mette in guardia ed invita a prestare particolare attenzione dal 4 maggio, quando i piccoli potranno fare visita ai nonni grazie all’allentamento delle misure di lockdown. “I bambini”, spiega il pediatra,”si ammalano di questo virus ma fortunatamente in genere non sviluppano forme gravi ed il Covid-19 compare spesso sotto forma asintomatica o con una sintomatologia lieve. Tuttavia, la contagiosità del SarsCov2 in età pediatrica deve essere ancora attentamente valutata perché negli ultimi due mesi i bambini hanno interrotto la frequenza scolastica e sono stati isolati dalla restrizione”.
“Questo ha fatto diminuire drasticamente i contagi di tutte le malattie infettive, ma bisognerà valutare attentamente la diffusione del virus nel momento in cui si allenteranno queste misure protettive”. Da qui l’invito alla cautela: “Da lunedì le famiglie si aprono alle visite dei congiunti”, afferma Di Mauro,”i nipoti andranno dai nonni e bisognerà
mantenere alta la guardia sul rischio contagi”. Quindi, il consiglio è chiaro: “I bambini, se vedono i nonni, devono indossare la mascherina e tenere la distanza di sicurezza”. Altro capitolo aperto è quello delle cure in caso di contagio pediatrico. Indicazioni arrivano da un documento appena pubblicato da un panel di esperti statunitensi proprio riguardante la terapia nel bambino con COVID-19. Ovviamente, sottolinea Di Mauro, “le evidenze sono in rapido mutamento, tuttavia nell’immediato il documento revisiona le evidenze disponibili e ci guida nel prendere decisioni in breve tempo”.
“Gli autori”, chiarisce, “sottolineano che il Covid-19 si presenta in forma lieve in quasi tutti i bambini positivi e solamente una piccola percentuale sviluppa una malattia grave o critica. Dato il decorso tipicamente lieve in età pediatrica, la sola terapia di supporto è suggerita nella stragrande maggioranza dei casi”. Gli esperti suggeriscono però di valutare il rapporto rischi-benefici e considerare caso per caso i potenziali fattori di rischio (quali ad esempio tipi di immunodeficienza, cardiopatia o patologia respiratoria) per la progressione della malattia nel bambino. La terapia antivirale, affermano gli esperti Usa, deve essere invece valutata nei bambini ricoverati con forme gravi e, in questi casi, il panel suggerisce l’uso di remdesivir. L’idrossiclorochina può essere presa in considerazione, precisano, per i bambini che non sono candidati al remdesivir o quando questo non sia disponibile. I farmaci antivirali, conclude il panel di esperti, dovrebbero preferibilmente essere usati all’interno di un trial clinico, se disponibile”.