L’Aquila. “La Fase 2 scatterà in Italia fra pochi giorni e non esiste ancora un piano della Regione Abruzzo capace di affrontarne e programmarne le azioni dalle misure di sorveglianza sanitaria e le iniziative per l’economia.
Un ritardo che non possiamo permetterci” così i consiglieri regionali PD Silvio Paolucci, Dino Pepe, Antonio Blasioli, Pierpaolo Pietrucci e il consigliere Sandro Mariani”. Da questa necessità nascono le proposte del PD su come affrontare le settimane che avremo davanti, dando risposte concrete sul fronte sanitario, all’economia in sofferenza e alla comunità più vulnerabile, quella più esposta all’emergenza sociale che il Covid, finito il contagio, ci lascerà. E’ necessario pensare a un Piano Operativo straordinario da 300 milioni di euro. La metà di queste risorse possono essere recuperate da una rimodulazione dei fondi strutturali e FSC 2014-2020, cogliendo la straordinaria opportunità messa a disposizione dal Governo e dalla UE di veder risarcite alle Regione le intere somme rimodulate attraverso il PSC, Piano Sviluppo e Coesione, oltretutto con una copertura al 100% da parte dell’Europa, senza l’obbligo di contribuzione del 15% da parte delle regioni”.
Sulla stessa linea il segretario del PD Abruzzo Michele Fina: ”Le nostre proposte nascono da una discussione che ha coinvolto il partito a più livelli, includendo anche amministratori e parti sociali. Mai come in questa fase sono necessari condivisione e confronto, requisiti che il governo regionale ha abbondantemente dimostrato di non sapere mettere in pratica: così l’impreparazione ha fatto danni che si chiamano inefficienza e ritardi, com’è accaduto ad esempio per la cassa integrazione”.
Secondo i rappresentanti del PD: “Sulla base di questa scelta la Regione deve aprire una interlocuzione con il Governo, perché l’altra metà del piano straordinario sia coperto con le misure nazionali, peraltro già previste o in via di definizione. Vanno inoltre snellite procedure e burocrazia, perché non si ripeta più quanto accaduto con i ritardi della CIG che ci vedono fanalino di coda in Italia e ai lavoratori che aspettano ancora i versamenti va la nostra solidarietà; solidarietà anche agli abruzzesi interessati dall’inganno del bonus dei 1.000 euro alle famiglie bisognose propagandato dal centrodestra: che su oltre 17.000 richieste arrivate andrà invece a meno di 3.000 nuclei (con disabili e più di 3 figli), con la beffa che per tutti quelli rimasti fuori deciderà la giunta regionale sia a chi e quando conferire, chissà con quali criteri e con importi di molto inferiori a quelli promessi e poi con l’inerzia registrata nelle zone rosse dove si aspettano ancora i provvedimenti economici e sanitari annunciati dalla Regione.
Per velocizzare la propria attività di autorizzazione e di esame e quella delle agenzie collegate (Abruzzo Sviluppo, Arta, Arap, Fira, ecc.) la Regione deve: rafforzare temporaneamente gli uffici delegati alle autorizzazioni con l’assunzione a termine di personale qualificato o convenzionandosi con strutture qualificate; spostare, ove possibile le procedure da controlli ex-ante a controlli ex-post: utilizzo di autocertificazione, silenzio-assenso, estensione al massimo di procedure online, rafforzando il sistema dei controlli successivi; attivare una convenzione Regione-ABI-istituti bancari del territorio, per indicare procedure chiare e snelle nella gestione degli strumenti, perché le numerose misure per facilitare l’acceso al credito presuppongono un ruolo essenziale per le banche”.