L’Aquila. Entro fine giugno, a partire dalla fine di questo mese, le quattro Asl abruzzesi perderanno circa mille precari con conseguente taglio di prestazioni e servizi ed evidenti ripercussione sulla qualità dell’offerta sanitaria. La scure si abbatterà sugli operatori con contratto a tempo determinato e interinale, i cui contratti non possono essere rinnovati per via del decreto numero 5 dell’11 febbraio 2015 emanato dal commissario per la sanità e presidente della Giunta abruzzese, Luciano D’Alfonso. Un atto che prevede, per il 2015, il taglio del 50% della spesa dei precari sostenuta dalle Asl nel 2014, imposto dal tavolo con il governo per il piano di rientro del deficit sanitario a cui è sottoposto da anni l’Abruzzo. Nelle quattro Asl provinciali, già alle prese da anni con carenze di personale, è scattata l’emergenza: lunedì prossimo i quattro direttori generali si riuniranno per cercare una soluzione. “Ci incontriamo per concordare un atteggiamento univoco – spiega il manager della Asl numero 1 Avezzano-Sulmona-L’Aquila, Giancarlo Silveri – Rischiamo di dover tagliare servizi con drammatici problemi per un provvedimento non scaturito dalla volontà del commissario, ma da una direttiva statale del tavolo tecnico governativo, in pratica è un decreto imposto”. In assenza di norme contrarie, i direttori generali dovranno tagliare, se non vorranno rischiare provvedimenti disciplinari e anche l’accusa di danno erariale. Silveri chiarisce che la spesa per i precari è sostenibile, anche se non ammessa, ma soprattutto che il mancato rinnovo dei contratti non coincide con il piano di assunzioni a tempo indeterminato per ogni Asl (per l’azienda provinciale aquilana, per esempio, 209 addetti), il cui iter per i concorsi è più lungo. Il decreto prevede l’applicazione dell’articolo 9 del decreto legge 78 del 2010, in cui si stabilisce che bisogna ridurre del 50% rispetto al 2009, la spesa per il personale flessibile. Per la Asl provinciale del capoluogo il taglio è notevole, circa 400 persone tra personale medico, paramedico e amministrativi, per via del fatto che nel 2009, anno del terremoto, tra l’altro l’anno precedente alla riforma che ha unificato le Asl dell’Aquila, Avezzano e Sulmona, c’erano meno precari rispetto ad altre aziende. All’Aquila nel 2009 sono stati spesi 8 milioni per i precari, quindi la spesa ammessa è 4, considerando che nel 2014 la spesa per i precari è stata di 13 milioni, il taglio è di 9, il che equivale a circa 400 persone.