E’ quanto ha chiesto in una lettera al ministro per i Beni e le attività culturali, Dario Franceschini, al premier Giuseppe Conte e al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, l’attore e regista abruzzese Milo Vallone, che suggerisce di predisporre, con il motto ‘Lotto per l’Arte’ di “predisporre l’utilizzo dei fondi del gioco del lotto, da giugno a dicembre, in favore degli artisti e dei reparti tecnici e organizzativi ad essi collegati”.
Ricordando il ruolo e l’importanza “della cultura per la salute mentale e psichica, e la crescita etica e civile di un popolo e di una società” e come anche il mondo dell’arte sia stato utilizzato per dare “forza comunicativa ed efficacia” alla campagna “Io resto a casa”, Vallone ha parlato di “urgenza di un sostegno per gli artisti e per i vari reparti all’arte connessi derivata dal durissimo lockdown delle proprie attività per l’emergenza coronavirus.
“E’ ormai chiaro che è in atto un esproprio, sia ben inteso, per pubblica utilità e sicurezza, del posto di lavoro per la stragrande maggioranza degli italiani. E, democrazia vuole che per ogni esproprio la normativa preveda la corresponsione di un adeguato indennizzo. Il tempo però inizia da essere sempre più stretto. Per tutti i comparti sociali. Ma gli artisti non vengono mai menzionati tra le parti sociali da tutelare”. Il regista ha sottolineato inoltre che una eventuale piattaforma digitale attraverso cui divulgare arte e cultura, di cui pure si è parlato, sarebbe “un’appendice e non una soluzione: noi amiamo l’online, ma le nostre opere sono figlie dell’on live e il nostro posto è lì. Non so se
quella che le sto suggerendo è una strada percorribile, ma di certo è legittima la richiesta di darci la possibilità, inquesto tempo forzatamente sabbatico, di mantenerci in vita: come esseri umani e come artisti”.