Chieti. Assistenza domiciliare per i pazienti affetti da Coronavirus non ricoverati in ospedale: questo il progetto lanciato da Thomas Schael, direttore generale dell’Asl Lanciano Vasto Chieti, e Francesco Cipollone, direttore del dipartimento di medicina. Il progetto, coordinato dallo stesso Cipollone, punta a fornire una pronta assistenza domiciliare dei pazienti affetti da sintomi anche lievi da Coronavirus.
Al fine di un pronto intervento, ciascun paziente sarà dotato di un saturimetro, dispositivo che misura il livello di ossigenazione del sangue per individuare tempestivamente la eventuale desaturazione. In caso di segni di sofferenza respiratoria, su segnalazione del medico di medicina generale, per valutare le condizioni del paziente, arriva a domicilio una squadra formata da un medico e da un infermiere.
L’innovativo progetto di pronto intervento prevede l’avvio immediato a domicilio del trattamento farmacologico finora praticato solo in ospedale, dato dalla combinazione tra idrossiclorochina, terapia antiretrovirale e azitromicina.
A tal proposito, Manlio Madrigale (coordinatore “Diritti in Movimento” Chieti e “Diapsi”Abruzzo), Paolo Cendon (fondatore dell’associazione nazionale “Diritti in Movimento”), Matilde Gianmarco (responsabile “Diritti in Movimento” Abruzzo), Gisella Trincas (presidente “Unasam” nazionale), Graziella Gozzelino (presidente nazionale “Diapsi”) e Eugenio Spadano (presidente comitato italiano città unite “Giorgio La Pira” Abruzzo), esprimendo sostegno a questo progetto, che rende Chieti “un’eccellenza per la lotta al Coronavirus”, chiedono “di avviare assistenza domiciliare presso le abitazioni di persone fragili, anziani, diversamente abili, famiglie con disagi sociali, mobilitando le strutture previste dall’ordinamento giuridico D.S.M. e C.S.M.”.
“In questo momento di disorientamento epocale” affermano “tutti gli operatori di aiuto dovranno porre in essere tutte le loro abilità e competenze nel settore della comunicazione interpersonale con una particolare attenzione all’ascolto attivo e al dialogo con le persone fragili, per evitare di perderli, come potrebbe accadere. La forza e l’abnegazione dimostrata da tutti i componenti il mondo sanitario, della protezione civile, del volontariato, della Caritas nazionale, costituiscono le fondamenta che ci condurranno lungo il percorso del ritrovarci tutti insieme”.


