Pescara. Dall’inizio dell’emergenza Covid 19 fino a ieri, 14 aprile, in Abruzzo i decessi di pazienti positivi al virus sono stati 232, di cui 76 donne e 156 uomini. La percentuale delle vittime, sul totale dei 2.245 casi positivi, è pari al 10,3 per cento. Un dato inferiore di 2,5 punti percentuali rispetto alla media nazionale, che è pari al 12,9 per cento.
L’età media delle vittime di sesso femminile è di 80 anni, che scende a 75 per gli uomini. La media nazionale, indistinta per sesso, è pari a 78 anni. Il più giovane dei deceduti aveva 38 anni, la più anziana 99. L’incidenza della mortalità in Abruzzo – rileva il Servizio Prevenzione e Tutela della salute dell’Assessorato regionale alla Salute – è inferiore anche a quella di altre regioni con popolazione simile: Liguria (13,6%) e Marche (13,4%), mentre risulta superiore a Friuli Venezia Giulia (8,2%) e Trentino-Alto Adige (9,3%). Tra i deceduti, 18 sono di età inferiore a 60 anni, 43 di età compresa tra i 60 e i 70 anni, 65 di età compresa tra i 70 e gli 80 anni, 77 di età compresa tra gli 80 e i 90 anni, mentre 29 avevano oltre 90 anni.
Dei 232 decessi, 20 fanno riferimento alla Asl Avezzano Sulmona L’Aquila, 48 alla Asl Lanciano Vasto Chieti, 98 alla Asl di Pescara e 66 alla Asl di Teramo. A incidere sulla mortalità, in Abruzzo concorrono anche una serie di altre concause: quasi un quarto della popolazione residente è composta da over 65, con un indice di vecchiaia regionale pari a 191,8 (ogni 100 ragazzi under 14 ci sono quasi 192 anziani). Pazienti più anziani significa anche l’incidenza di più patologie sullo stesso paziente – soprattutto diabete e malattie cardiovascolari – che, associate all’età, aumentano il rischio di complicazioni legate al Covid. Il servizio Prevenzione e tutela della salute precisa, infine, che nelle strutture ospedaliere abruzzesi, l’andamento epidemiologico ha consentito il ricovero, anche in terapia intensiva, per tutti i pazienti le cui condizioni cliniche rendessero necessaria l’ospedalizzazione.


