L’Aquila. “Non senza stupore e incredulità, apprendiamo dalla cronaca di questi giorni della incredibile vicenda amministrativa che ha coinvolto Guido Quintino Liris, attuale assessore della Regione Abruzzo al Bilancio, Aree interne del cratere, Programmazione Restart, Sport e impiantistica sportiva, oltre a numerose altre materie e competenze. Mi chiedo se alla luce della vicenda in cui risulterebbe coinvolto l’esponente di Fratelli d’Italia il governo non ritenga necessario ed urgente, anche al fine di prevenire il ripetersi di situazioni di questo tipo, avviare delle indagini ministeriali volte ad acquisire gli atti relativi a quanto illustrato in premessa, valutarne la regolarità ed eventualmente, disporne l’annullamento e trasmettere tutto alla magistratura per gli opportuni rilievi. Fermo restando che l’assessore dovrebbe dimettersi immediatamente”. Lo dice il senatore abruzzese del MoVimento 5 Stelle Primo Di Nicola che sul caso ha presentato un interrogazione presentata al ministro della Salute Roberto Speranza e il ministro per la Pubblica Amministrazione Fabiana Dadone.
“Si apprende”, spiega Di Nicola, “da numerose e autorevoli fonti stampa della richiesta rivolta dall’assessore e poi recepita dalla Asl di una ‘interruzione dell’aspettativa’, concessa a suo tempo, con il contestuale reintegro nella struttura. Una richiesta che è stata immediatamente e tempestivamente recepita dal direttore della struttura, che avrebbe allocato l’assessore all’interno dello staff della direzione a dal primo aprile. La clamorosa decisione, che di fatto ha determinato la configurazione di un illegittimo cumulo di incarichi e compensi, oltre ai pur evidenti profili legali di incompatibilità e inconferibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni, ha suscitato forti reazioni sul piano dell’opportunità politica e morale, tanto da indurre l’assessore stesso, nel tentativo grottesco di rimediare alla situazione, a dichiarare, solo successivamente, di voler rinunciare ad ogni corrispettivo di natura economica, e, dopo pochissimo tempo, il direttore generale a revocare il provvedimento di reintegro. Si tratta di una vicenda che”, sottolinea, “al di là degli aspetti legali, la cui valutazione andrà fatta nelle opportune sedi, pone problemi etici e morali che rappresentano una realtà in cui ancora è persistente un intreccio perverso tra politica e pubblica amministrazione, imponendo inevitabilmente la necessità di intervenire tempestivamente per fare chiarezza su comportamenti amministrativi apparentemente diretti al fine esclusivo di trarre vantaggio materiale da una situazione generale di grande difficoltà”, conclude Di Nicola, “in cui il pretesto di una presunta forma di solidarietà e spirito di servizio diviene invece occasione di profitto personale”.


