
L’Aquila. “Saremo in tre: lo Stato rappresentato dal Prefetto, io per il Comune dell’Aquila e il sindaco di un paese del cratere sismico, Barisciano, perché mai come in tempo di pandemia, l’emergenza riguarda tutti. Questo 6 aprile è città e territorio uniti, un ricongiungimento ideale. Per questo ringrazio il presidente dell’Ance Decaro per aver raccolto il nostro invito a tenere una luce accesa in tutte le case dei comuni d’Italia in ricordo di quella tragedia, che ci accomuna come quella di oggi”.
Pierluigi Biondi, sindaco dell’Aquila, la notte del 6 aprile, a 11 anni dal sisma, spiega che “alla fine L’Aquila-Italia sarà non solo per le vittime di allora, ma anche per quelle di oggi: il corpo aquilano è il corpo dell’intera nazione”. Biondi, che il 6 aprile 2009 era il sindaco di Villa S.Angelo, paese devastato e tanti morti, racconta che questi giorni “sono quelli nei quali la compostezza del comportamento degli aquilani, senza isterismi o proteste, va omaggiato. Saremo anche abituati alle emergenze, ma la disciplina con la quale abbiamo affrontato le restrizioni è sinonimo di forza d’animo. Lo riconosco io per primo che ho la fortuna di usare tutta la mi adrenalina per lavorare mentre vedo la gente chiusa in casa”, chiude il sindaco Biondi, “ma gli aquilani sanno cosa sono i comportamenti sbagliati e non ci cascano”.

