L’Aquila. Clorochina, remdesivir, tocilizumab e camostat mesilato: sono questi quattro i composti che “meritano grande attenzione e che sono attualmente considerati dalla letteratura scientifica internazionale del settore i più promettenti” contro il coronavirus SarsCoV2, secondo la commissione sui problemi della ricerca dell’accademia dei Lincei. “Non possiamo stare con le mani in mano in attesa del vaccino” e le linee di ricerca più promettenti riguardano questi composti, ha detto il presidente della commissione, Ernesto Carafoli. L’antimalarico clorochina, utilizzato comunemente contro l’artrite reumatoide e il lupus eritematoso, agisce all’interno della cellula alterandone il livello di acidità interna, impedendo in questo modo al virus di penetrare.
Il secondo composto promettente indicato dai Lincei è l’antivirale remdesivir, progettato per l’Ebola e che su cellule in coltura ha dimostrato di poter bloccare l’enzima polimerasi, utilizzato dal coronavirus per moltiplicarsi. La terza strada indicata dai Lincei è l’anticorpo monoclonale tocilizumab, che agisce sul sistema immunitario attraverso il recettore di una sostanza, l’interleuchina 6 (Il-6) .
Il quarto composto è il camostat mesilato, scoperto in Giappone per malattie di fegato e pancreas e che agisce bloccando l’enzima che permette al virus di attivarsi. Il Giappone ha appena promosso una sperimentazione, che richiederà due mesi.