L’Aquila. E’ passato inosservato, durante la seduta di discussione dell’ultimo consiglio regionale, l’intervento del consigliere teramano del Movimento 5 Stelle, Marco Cipolletti. Eppure, mentre il Consiglio era impegnato a varare la legge con la quale sarebbe stati sbloccati 60 milioni di euro di misure a sostegno delle imprese, tra le quali il pagamento di tutti i SAL a quelle creditrici della regione e delle sue società partecipate, il consigliere pentastellato depositava un emendamento per bloccare i pagamenti dei SAL alle imprese.
Una scelta quanto meno discutibile, quella operata da Cipolletti, che ha colto tutti impreparati. Specialmente i membri interni al suo stesso gruppo, totalmente colti alla sprovvista da tale iniziativa. Non c’è stata una manifestazione di dissenso pubblico, se non quella di bocciare la proposta, ma non ci sarà da stupirsi qualora tale iniziativa dovesse creare degli attriti in un Movimento che da sempre fa dell’omogeneità ideologica uno dei suoi punti di forza. Una voce fuori dal coro, insomma, è pure sempre una voce fuori dal coro.
La proposta, a dir poco impopolare, ha lasciato a bocca aperta l’intera aula, compresi i suoi colleghi di partito. Mentre il consigliere Cipolletti argomentava il suo emendamento, infatti, riferiscono fonti interne al consiglio regionale, gli altri consiglieri del Movimento gli chiedevano più volte di ritirarlo. Non curante di ciò, decideva di andare. Ciò rafforzerebbe il pensiero espresso poche righe sopra.
L’incerta esposizione da parte di Cipolletti delle motivazioni a sostegno dell’emendamento non lasciava indifferente neanche il Presidente del Consiglio Lorenzo Sospiri che lo invitava, invano, a ripensarci. E si tratta di “avversari” politici. Il risultato è forse unico nella storia di Regione Abruzzo: una bocciatura all’unanimità dell’emendamento con il solo voto favorevole del proponente. La domanda sorge spontanea, direbbe qualcuno: per quale motivo Cipolletti era contrario al pagamento dei lavori svolti dalle imprese? Attendiamo, fiduciosi, un chiarimento.
L’intervento di Cipolletti