L’Aquila. Molti servizi ambulatoriali sono fermi in Abruzzo. Anche quelli rivolti ai bambini stanno vivendo una fase di stop a causa del virus cinese. In questo momento storico i bambini possono infatti rappresentare i portatori sani più importanti del coronavirus, mettendo a rischio il sistema sanitario e portando al contagio del personale che per alcune attività in cui si parla con il bambino non può indossare mascherine. Per ovviare a questo problema, molte Asl, tra cui quelle più colpite, come ad esempio il Toscana e Veneto, hanno però trovato una soluzione a portata di tutti, la più ovvia e naturale nell’era del digitale: la teleriabilitazione. Una alternativa valida per non fermare servizi essenziali rivolti ai più piccoli e ai più deboli, che però in Abruzzo sembra stentare a partire.
Il coronavirus non ha fermato in altre regioni i piani riabilitativi con logopedisti che svolgono sedute di riabilitazione a distanza. Una modalità che andrebbe assolutamente incrementata attraverso l’utilizzo di strumenti già esistenti, come programmi di teleriabilitazione su piattaforme protette e interattive, con software dedicati o anche semplici app per smartphone e table.
Quindi quando il bambino non può andare a fare terapia e il terapista non può andare dal bambino, come in questa situazione di emergenza, la tecnologia viene in aiuto.
La teleriabilitazione ha una duplice funzionalità: da un lato permette ai pazienti di eseguire direttamente da casa il proprio percorso riabilitativo, accedendo alla piattaforma tramite una normale connessione internet ed un pc o una smart tv. Dall’altro, consente ai professionisti di monitorare in video, da remoto, i miglioramenti dei pazienti e, nel caso, variare il trattamento riabilitativo. Tutto ciò con una spesa minima. Che aspetta quindi l’Abruzzo a rendere questo servizio attivo su larga scala e in tutte le Asl?

