L’Aquila. Il gruppo di Forza Italia alla Regione torna a puntare il dito contro la riforma del trasporto pubblico locale in Abruzzo, cioe’ la fusione di Arpa, Sangritana e Gtm, che il prossimo lunedì approderà in consiglio regionale. Secondo i consiglieri regionali Lorenzo Sospiri, Mauro Febbo, Emilio Iampieri e il deputato Fabrizio Di Stefano, non ci saranno risparmi relativamente ai costi della politica “perchè”, hanno sostenuto in conferenza stampa, “il Cda, che sarà composto da cinque membri, costerà di più rispetto agli attuali tre Cda di Arpa, Sangritana e Gtm. Il costo attuale”, hanno precisato, “è di 296 mila euro, mentre con la riforma l’unico Cda costerà 396 mila euro ai quali andranno aggiunti i rimborsi spesa “. Nel mirino di Forza Italia anche il costo del biglietto unico “che”, hanno evidenziato, “costerà il 5 per cento in più rispetto all’attuale prezzo dei biglietti”. I rappresentanti dell’opposizione hanno posto anche la questione della equiparazione degli stipendi del personale di tutte e tre le società “se non ci sara’ una razionalizzazione”, ha sottolineato Di Stefano, “i costi schizzeranno all’infinito. Si fanno invece bandi per assumere 240 persone. Ben vengano nuovi posti di lavoro, ma in una clima di calcolo ponderato altrimenti tra qualche anno il trasporto pubblico abruzzese gestito dalla Regione arriverà al collasso ed entreranno i colossi privati da fuori”. Gli esponenti di Forza Italia, dopo aver ricordato la vicenda delle parcelle per 700mila euro dei due professionisti esterni incaricati di mettere a punto gli atti per arrivare alla fusione, hanno detto che non si tratta di “una riforma epocale” e che “alla fine pagheranno gli utenti”. “Stiamo parlando di un progetto di riforma”, dichiara il Capogruppo di Forza Italia Lorenzo Sospiri, “che riguarda la seconda voce di spesa per la Regione Abruzzo dopo la Sanità. Questa società unica e’ stata lanciata con 3 obiettivi: eliminare i costi della politica, rendere il servizio più efficiente superando le sovrapposizioni, salvaguardare i rapporti sindacali rendendo piu’ produttiva l’azienda. A oggi non c’e’ nessun piano industriale ma solo un documento di sintesi di 106 pagine per il quale due tecnici hanno chiesto 700 mila euro”. Noi avevamo chiesto che fosse istituita la figura dell’amministratore delegato e un Cda con 3 membri. Non capiamo poi come si fara’ a ridurre i sui costi per il personale: si parla di un risparmio di 2,5 milioni di euro ma poi hanno pubblicato un bando per 250 nuovi autisti. L’unico dato certo riguarda il prezzo del biglietto unico che costera’ il 5% in piu’ dal 18 maggio: quello che stanno facendo quindi lo pagheranno gli utenti”. “Abbiamo fissato i tetti di spesa”, precisa Emilio Iampieri, “che non erano previsti, mentre e’ stato respinto il nostro emendamento che chiedeva un Cda con soli 3 membri. Cosi’ come avevamo chiesto che il Collegio sindacale fosse un organo autonomo rispetto al socio Regione Abruzzo (e quindi dal Presidente) ed e’ stato accolta solo parzialmente la nostra proposta: uno dei tre membri sara’ estratto a sorte”. “Siamo di fronte a un’incredibile approssimazione”, precisa l’On. Di Stefano, “con il serio rischio che questa riforma distrugga il trasporto pubblico locale abruzzese. Come avverra’ il riallineamento degli emolumenti del personale? Ci sara’ riallineamento degli stipendi a quelli dell’Arpa, che sono i piu’ bassi, o a quelli piu’ alti della Sangritana? In quest’ultimo caso, considerando che i dipendenti di Arpa sono di gran lunga piu’ numerosi, si rischia un aumento esponenziale dei costi per il personale. Inoltre oggi i sindacati non dicono nulla sugli esuberi mentre tra l’altro si fanno nuove assunzioni. Probabilmente hanno avuto delle rassicurazioni. Siamo convinti che di qui a poco tempo si creera’ una situazione caotica e ingestibile e a D’Alfonso andra’ l’unico merito di aver fatto crollare il trasporto pubblico abruzzese. Ora mi chiedo: non e’ che il passaggio successivo, cosi’ come avvenuto in altre regioni “rosse”, sia l’ingresso di grandi gruppi privati ricollegati alla solita filiera? E in quest’ultimo caso, quale tutela per i vettori privati abruzzesi?”. Tuttavia le repliche alle dichiarazione del gruppo di Forza Italia della Regione non si fanno attendere, “Il centro destra non ha diritto alla parola sulla società unica dei trasporti. Ci troviamo di fronte a persone che nel 2011 avevano approvato in Giunta il progetto di fusione, diventato poi legge nel 2012, guardandosi bene dal realizzarla, con il risultato di aver portato al fallimento Arpa, e per la stessa via le altre società”. E’ la risposta polemica del consigliere delegato, Camillo D’Alessandro, alle affermazioni dei consiglieri regionali di Forza Italia. “Di tutto ciò”, riprende D’Alessandro, ” è consapevole il consigliere regionale, Emilio Iampieri, che oggi fa conferenze stampa e ieri il componente del cda dell’Arpa, all’epoca in cui si scrivevano crediti falsi che diventavano debiti veri e si acquistavano autobus senza copertura finanziaria che, oggi, incidono per 89 milioni di euro l’anno sul bilancio di Arpa”. Sulla questione dei costi del Cda, D’Alessandro avverte che “e’ stato proprio il consigliere Febbo, in Commissione, con tanto di verbale alla mano, che ricorderemo a tutti lunedi’ in Consiglio, a evidenzare che il presidente di una societa’ con 1600 dipendenti”, perché questo sarà la società unica, “dovesse avere uno stipendio adeguato. La maggioranza ha accolto quella osservazione ed in Commissione si e’ arrivati ad un testo condiviso. Appare strano che oggi si imputino costi eccessivi del Cda, anche se Febbo ne e’ stato il primo proponente”. D’Alessandro procede spiegando che “Arpa era tecnicamente fallita, Sangritana non lo era solo perchè ogni chilometro veniva retribuito dalla Regione con circa 11 euro, mentre Gtm con 4 euro, Arpa con due euro. Se solo si fosse applicato un rimborso uguale per tutti Arpa avrebbe avrebbe migliorato i conti e Gtm e Sangritana sarebbero immediatamente fallite. Tanto e’ vero”, spiega D’Alessandro, “che è stata la Sangritana a chiedere pubblicamente, negli anni passati, di essere parte e dentro il progetto di un’unica società, proprio perché l’esclusione dal ferro avrebbe comportato, nel giro di pochi mesi, il fallimento dell’azienda”. Il consigliere delegato si sofferma poi sul personale. “Abbiamo avviato con le organizzazioni sindacali un confronto che ha l’obiettivo di arrivare alla definizione di un nuovo contratto unico, per la futura società unica, in modo da superare i tre attuali. Per garantire i lavoratori faremo in modo di incidere non sulle competenze economiche a loro spettanti ma sulla produttività, ovvero sulla riorganizzazione del lavoro. Non ci saranno esuberi, saranno salvaguardati i livelli occupazionali e la retribuzione, ma tutti saranno chiamati a lavorare di più e allo stresso modo, ponendo fine a disparità tra le tre società, oggi non più sostenibili. Fatto questo dovremo arrivare al 2019 ad avere una societa’ organizzata ed efficientata, capace di vincere le gare o di poter gestire un affidamento diretto e non certo agli attuali costi ma a quelli standard che il legislatore ci impone”. Infine D’Alessandro: “La società unica di fatto ha salvato 1600 posti di lavoro, ora si deve occupare dell’utenza. Le riforme si fanno per i cittadini e questo sara’ il nostro scopo ultimo. Di tutta questa storia da un lato, con il Centro destra, rimarrà traccia della spartizione di poltrone e potere, cause del fallimento del sistema trasportistico abruzzese; dall’altro, tra qualche anno, a nostro favore, sara’ chiaro il coraggio di oggi che produrrà risultati. Lunedì”, conclude D’Alessandro, “in Consiglio mi divertirò a raccontare verità nascoste a cui loro saranno chiamati a rispondere, ben sapendo che hanno già da scontare la condanna di non aver fatto ciò che potevano fare”.