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Coronavirus, cassa integrazione per le case di cura “L’Immacolata” di Celano e “Di Lorenzo” di Avezzano

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
28 Marzo 2020
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Celano. Cassa integrazione per i dipendenti delle case di cura marsicane “L’Immacolata” di Celano e “Di Lorenzo” di Avezzano. A comunicarlo è il responsabile Cisl Fp territoriale, Giuseppe Capoccitti.

Ieri, i sindacati e il legale rappresentante della casa di cura “L’Immacolata” hanno sottoscritto un esame congiunto per attivare la cassa integrazione, ai sensi dell’art. 19 del D.L. n. 18 del 17 marzo 2020 per emergenza Covid-19, fino al ritorno alla normalità per tutto il personale, prevedendo una rotazione del personale e mantenendo in servizio il personale minimo atto a garantire le attività essenziali. Infatti, in seguito all’ordinanza del 9 marzo del presidente Marsilio, che ha eliminato i ricoveri programmati e previsto la chiusura delle attività ambulatoriali non urgenti, c’è stata una drastica riduzione delle attività nella struttura che ad oggi vede ricoverati pochissimi pazienti.

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Il 26 marzo anche la casa di cura “Di Lorenzo” di Avezzano, insieme a Cgil, Cisl e Uil, ha sottoscritto l’esame congiunto per la cassa integrazione. Probabilmente, anche altre strutture marsicane  richiederanno l’erogazione del fondo di integrazione salariale (Fis) per una durata che al momento è prevista in nove settimane.

“E’ un momento problematico per tutti gli italiani” afferma il responsabile Cisl Fp, Capoccitti. “Il Coronavirus ha fatto improvvisamente scoprire tutte le criticità che vive la sanità italiana, dai pochi posti letto disponibili, dalla mancanza di posti di terapia intensiva, e che esiste un popolo sommerso fatto da medici, infermieri e operatori socio sanitari (che oggi i media chiamano eroi) che spesso è costretto a lavorare in condizioni disagiate, senza dispositivi di protezione individuali. La politica degli ultimi 25 anni ha deciso che andavano tagliati posti letto e risorse economiche alla sanità. Una volta che l’emergenza sarà finita andrà ripensata tutta la sanità italiana. La politica dovrà capire, o forse ha capito, che la salute è anche più importante dell’economia” conclude Capoccitti.

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